«Da Pollari risposte discordanti»

Marianna Bartoccelli

da Roma

Una cosa è certa. L’atmosfera al Copaco non è mai stata così tesa come durante l’audizione di ieri del direttore del Sismi, Nicolò Pollari. A tratti anche drammatica. I componenti del Comitato si sono trovati di fronte un Pollari stanco e molto amareggiato dalle tante polemiche che lo hanno travolto dopo l’avvio delle indagini della procura di Milano sul rapimento di Abu Omar. E dopo gli arresti dei suoi uomini di fiducia, Marco Mancini, Gustavo Pignero (scomparso nei giorni scorsi) che hanno imputato a lui la gestione di tutta la vicenda.
Riunione secretata, ma le affermazioni del presidente del Copaco, Claudio Scajola, lasciano trasparire il nodo fondamentale di tutta la questione. «Dall’audizione del dottor Pollari sono scaturite risposte discordanti e molte ombre. Toccherà al governo, che sentiremo al più presto, diradarle». Ma sembra che non si tratti soltanto delle ormai note affermazioni del capo del Sismi sul segreto di Stato che non gli consente di difendersi adeguatamente. «Del rapimento di Abu Omar abbiamo ormai chiaro quasi tutto - ha detto infatti sempre al Copaco il pm Armando Spataro -, per noi il segreto di Stato non è un problema». Per il presidente del Copaco l’incontro con il governo è necessario anche alla luce di quanto lo stesso Prodi ha sempre affermato sulla fiducia «totale» che il governo continua a dare ai servizi e ai suoi dirigenti. Cosa che sembra non condivisa dal vicepresidente del Copaco, Massimo Brutti, che all’uscita dall’incontro ha sottolineato come ci siano stati «da parte dell’intelligence comportamenti istituzionalmente riprovevoli, al di là delle responsabilità penali». L’incontro di ieri al Copaco ha lasciato comunque l’amaro in bocca a molti dei componenti il Comitato, e maggioranza e opposizione sembrano tutti d’accordo sulla necessità di accelerare la riforma sui servizi e di andare al rinnovo delle cariche. «Il governo decida sul futuro del vertice Sismi», afferma Giampiero D’Alì dell’Udc. «Sono fin troppo maturi i tempi per una effettiva e radicale riforma dei servizi di sicurezza», ribadisce Milziade Caprile, di Prc.
Le audizioni sul caso Abu Omar dovrebbero concludersi la prossima settimana dopo l’incontro con il sottosegretario responsabile dei Servizi segreti, Enrico Micheli. Subito dopo il Copaco dovrà presentare la sua relazione in Parlamento. Ma intanto a partire dal 4 ottobre si avvieranno una serie di audizioni sul tema delle intercettazioni e sulle ultime vicende Telecom che coinvolgono anche personaggi vicini ai servizi o ex-funzionari di polizia. Il primo a essere sentito sarà il ministro degli Interni, Giuliano Amato, che ha già avviato all’interno del suo ministero un’indagine amministrativa.

Il giorno dopo toccherà a Guido Rossi, presidente Telecom. Sulla questione delle intercettazioni si registra anche la proposta del presidente emerito Francesco Cossiga che chiede che sia il Copaco a svolgere le funzioni di commissione di inchiesta.

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