Roma - Con le note del silenzio si sono aperte, nella capitale, le cerimonie ufficiali per i 140 anni della presa di Porta Pia. Venti settembre 1870: una data entrata nella storia. Con "Roma capitale" si realizzò, infatti, il disegno dell'unità d'Italia. Eppure, a più di un secolo di distanza, questa data continua a dividere. C'è infatti chi non gradisce l'ostentato sentimento di riconciliazione che emerge quest'anno. Sono i radicali, ma non solo, ad alzare la voce per rivendicare la laicità di questa data. Ricordando che il XX Settembre è e deve restare una data simbolo della separazione tra Stato e Chiesa.
La cerimonia Hanno partecipato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il presidente della regione Lazio, Renata Polverini e quello della provincia di Roma Nicola Zingaretti. Napolitano, terminato il silenzio, ha posto una corona di fiori ai piedi del monumento che ricorda il sacrificio dei soldati morti per aprire la storica breccia. Dopo l'intero gruppo si è trasferito all’interno della restaurata Porta Pia per visitare il Museo storico dei Bersaglieri.
Bertone: Roma capitale, verità indiscussa Il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone ha detto oggi, in occasione della celebrazione del 140esimo anniversario della presa di Roma da parte dello stato italiano, che la Chiesa riconosce "la verità indiscussa" di Roma capitale d’Italia. "Un gesto d’onore e altamente simbolico... per raccogliere il messaggio che viene dalla Breccia di Porta Pia", ha definito Bertone l’inedita presenza vaticana alla celebrazione, di fatto, della fine del potere temporale della Chiesa, che oggi governa solo su una piccolissima porzione della città. "Da decenni Roma è l’indiscussa capitale dello stato italiano", ha detto il cardinale davanti al presidente della Repubblica e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Il prelato, sottolineando comunque il ruolo di "centro del cristianesimo" di Roma, ha detto che "la comunità civile e quella ecclesiale desiderano praticare una vasta collaborazione a vantaggio della persona umana".
Napolitano: non si può cancellare grandezza di Roma "Nulla può giustificare la sottovalutazione , diffusasi in certi periodi in alcuni ambienti" di sottovalutare o rigettare "la grandezza storica di Roma. Io non ho mai ceduto a queste reazioni più o meno sofisticate di rigetto di una comune eredità". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano davanti all’Assemblea Capitolina che gli ha conferito la cittadinanza onoraria.
"Nessuna ombra tra Stato e Chiesa" "Oggi, nell’avvicinarsi del 150° anniversario della nascita del nostro Stato nazionale, nessuna ombra pesa sull’unità d’Italia che venga dai rapporti tra laici e cattolici, tra istituzioni dello Stato repubblicano e ustituzioni della Chiesa cattolica, venendone piuttosto conforto e sostegno". È quanto osserva il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel discorso ufficiale tenuto nell’aula Giulio Cesare in Campidoglio, in occasione del conferimento al capo dello Stato della cittadinanza onoraria di Roma. Napolitano ricorda che in passato "l’approccio di Cavour ispirato al principio della libera Chiesa in libero Stato non valse a scongiurare una fatale contrapposizione che si protrasse per decenni, a dispetto di molteplici tentativi di riconciliazione, traducendosi anche in clamorosi episodi di tensione tra Stato e Chiesa, tra Quirinale e Vaticano". Ma, al tempo stesso, Napolitano prende felicemente atto di "quanta acqua sia passata da allora sotto i ponti del Tevere; quale significato e quale incidenza abbiano avuto i Patti Lateranensi del 1929 e la necessaria e lungimirante rivisitazione nel 1984 del Concordato tra lo Stato italiano e la Chiesta cattolica".
Contestazione dei radicali "Vaticano e partitocrazia, serve una nuova Porta Pia".
È questo lo slogan scandido da un gruppo di dieci esponenti radicali all’uscita dal museo dei Bersaglieri. Ed è stato proprio il cardinal Bertone a commentare per primo quanto accaduto: "Le contestazioni fanno parte della vita".
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