Porto di ancona, al posto di un'area inquinata un mega impianto fotovoltaico

Tra i più grandi in Italia, sostituirà una struttura in amianto. Lo realizzerà Energy Resources

Da una vecchia struttura in amianto nascerà uno degli impianti fotovoltaici più grandi d'Italia. A realizzarlo nel porto di Ancona sarà Energy Resources, realtà leader nel settore delle rinnovabili, che si è aggiudicata, in associazione di impresa con Conscoop, il bando di gara indetto dall'Autorità Portuale.
L'impianto sarà in grado di produrre 3.200 KWp (sufficiente per alimentare il fabbisogno di circa 1.600 abitazioni) e la sua realizzazione verrà preceduta da un intervento di bonifica dall'amianto, materiale altamente nocivo, di un ex stabilimento industriale in un'area depressa oggetto di riqualificazione da parte dell'Autorità Portuale. L'impianto coprirà il tetto dell'edificio con 15.248 moduli fotovoltaici ad altissima efficienza Sunpower, leader americano nella produzione di pannelli fotovoltaici, di cui Energy Resources è il principale partner italiano.
«Con l'installazione di impianti fotovoltaici non solo è possibile produrre energia elettrica da fonte rinnovabile ma anche risolvere ulteriori questioni di natura energetica. L'unione di fotovoltaico e geotermico permette l'eliminazione del problema dei combustibili fossili e allo stesso tempo la soluzione di ulteriori problemi ambientali, come accade con la riqualificazione di aree depresse o contaminate da amianto - spiega Enrico Cappanera, amministratore delegato di Energy Resources - Ad oggi tutto questo si può fare a costo zero, avvalendosi di società come Energy Resources, che in qualità di Esco (Energy Service Company, ovvero società di servizi energetici) è specializzata nell'effettuare interventi nel settore dell'efficienza energetica, fornendo le risorse finanziarie e gestendo progettazione, realizzazione e manutenzione».


L'installazione dell'impianto fotovoltaico del porto di Ancona sarà totalmente a carico dell'associazione di impresa, che realizzerà l'intervento con un investimento pari a 16 milioni di euro; l'Ati avrà per 20 anni la concessione dell'impianto da parte dell'Autorità portuale e dunque la possibilità di vendere alla rete nazionale l'energia elettrica ottenuta.

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