Il premier replica al Pd: "Perderei sempre così"

Berlusconi soddisfatto dei ballottaggi: "Se questa per l’opposizione è una vittoria, noi vogliamo sempre perdere così". E sul futuro del Pdl: "Il mio erede? Non sono un re". Resa dei conti nel Pd, Di Pietro: "Decidano cosa fare da grandi"

Il premier replica al Pd: "Perderei sempre così"

Roma - Il presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, esprime soddisfazione per l’esito dei ballottaggi alle elezioni amministrative per molti comuni e province e risponde con ironia al Partito democratico che, ieri sera, aveva parlato di "un'inversione di rotta". "Se questa per l’opposizione è una vittoria, noi vogliamo sempre perdere così".

Berlusconi soddisfatto Il Pd non ammette la sconfitta neanche davanti ai risultati schiaccianti. Ancora ieri sera, a urne chiuse, il leader democratico, Dario Franceschini, aveva esultato per i risultati dal centrosinistra e deriso il Pdl per la sconfitta: "E' l’inizio di un declino del centrodestra". Così non è stato. I numeri parlano chiaro.  "La campagna elettorale - osserva il presidente del Consiglio - si è conclusa nel seguente modo: prima delle elezioni amministrative, e relativamente alla popolazione interessata dal voto, il centrodestra rappresentava 5.358.810 cittadini e governava in 9 province". E ancora: "Il centrosinistra rappresentava 27.541.359 cittadini e governava in 50 province. Altre 3 province (Monza-Brianza, Bat e Fermo) erano di nuova istituzione e interessavano 1.280.809 cittadini". Oggi, il quadro si è ribaltato: il centrodestra rappresenta 21.250592 cittadini e governa in 34 province. Il centrosinistra rappresenta 12.930.386 cittadini e governa in 28 province. "Il centrodestra - conclude Berlusconi - ha conquistato 25 province in più ed ha quadruplicato la popolazione rappresentata. Il centrosinistra ha perso 22 province ed ha più che dimezzato la popolazione rappresentata".

Pdl e "successioni" "Solo i monarchi hanno eredi. Io non sono un monarca, non ho ricevuto investiture se non dalla gente", spiega Berlusconi rispondendo a chi gli chiede ipotesi di "successione" nel Pdl. "Sono convinto - aggiunge il premier - che il Pdl sarà l’asse portante della politica italiana del XXI secolo, come lo sono stati la Destra storica o la Democrazia cristiana in altre stagioni politiche. E i leader nasceranno, come avviene sempre in politica, sul campo e dal consenso della gente".

Di Pietro: "Il Pd non sa cosa fare da grande" "Il Pd si deve decidere, deve decidere cosa vuole fare da grande.

Con noi sono mesi che non si fanno sentire, non sappiamo con chi parlare, ci auguriamo si doti di una classe dirigente", ha commentato il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro, che agli "alleati" chiede di darsi una mossa. "Noi non stiamo ad aspettare all’ultimo momento - sostiene Di Pietro - il Pd sta con un piede in una scarpa e con uno in un’altra, ma tra poco rimarrà senza piede e senza scarpa".

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