Milano - Le toghe rispondono a Silvio Berlusconi. "Se le nostre toghe sono rosse, lo sono per il sangue versato dai magistrati che hanno pagato con la vita la difesa della legalità e dei valori costituzionali, a cominciare da Falcone e Borsellino fino a Galli e Alessandrini". Così il procuratore aggiunto di Milano, Alfredo Robledo, titolare in passato di inchieste che riguardavano il premier (insieme al collega Fabio De Pasquale quelle sui diritti tv di Mediaset e sul caso Mills) risponde alle parole pronunciate dal premier, ieri sera, durante la puntata di Ballarò. E le nuove accuse del premier, in procura a Milano, hanno suscitato in alcuni rabbia, in altri quasi indifferenza. Anche l'Anm invita a "non intimidire" i magistrati: "Noi rispondiamo solo alla legge e alla Costituzione".
Anm: "Rispondiamo solo alla legge" "Ogni occasione sembra buona per denigrare l’ordine giudiziario e descrivere i palazzi di giustizia come sezioni di partito, frequentate da magistrati militanti. Nessun ufficio giudiziario merita queste infondate e ridicole definizioni, tanto meno quello di Milano". La giunta esecutiva centrale dell’Anm annuncia le assemblee di "protesta e dibattito" convocate domani dalla stessa associazione in tutta Italia e nate "dalla profonda e sincera preoccupazione per i continui tentativi di delegittimare e intimidire sia la giurisdizione nel suo complesso, sia i singoli magistrati in relazione a processi specifici o in ragione delle sentenze pronunciate". "Perfino il rapporto tra istituzioni e organi di garanzia è stato messo in discussione - continua il sindacato delle toghe - mentre la tensione e l’attenzione si concentrano su una impropria contrapposizione, di cui la magistratura è vittima, nulla di serio, concreto e duraturo viene proposto per restituire efficienza all’organizzazione giudiziaria e per ricondurre il processo alla ragionevole durata". Quindi la coclusione: "Da Milano, e dall’intero Paese, la magistratura ribadisce che intende continuare a vestire solo la toga e a rispondere solo alla legge. In primis alla Costituzione".
La replica di Alfano Arriva a stretto giro la replica del ministro della Giustizia, Angelino Alfano: "Tribunali sezioni di partito? Nessuno lo ha detto".
Berlusconi a Ballarò Berlusconi chiama Rai3 e in diretta telefonica a Ballarò si scaglia contro "la vera anomalia italiana sono pm e giudici comunisti di Milano che da quando Berlusconi è entrato in politica e ha tolto il potere ai comunisti lo hanno aggredito con oltre cento processi e cinquemila udienze. Ma davvero - aggiunge il premier - Silvio Berlusconi era l’imprenditore più criminale della storia del mondo oppure l’anomalia sono i pm e i giudici comunisti che ormai sono la vera opposizione alla maggioranza eletta dal popolo?". Il premier non ha risparmiato critiche al conduttore della trasmissione che cercava di fargli una domanda. "Lei mi lascia parlare. Perché lei, con i soldi di tutti, fa dei processi pubblici. E' una cosa inaccettabile. Ora però io parlo e poi lei mi fa le domande. Ora non sono a sua disposizione. La tv non è sua anche se le trasmissioni sono tutte di sinistra".
Il pg di Siracusa: "Siamo tutti comunisti" "Definire comunisti i colleghi delle procure che lavorano seriamente è inammissibile: il lavoro dei magistrati del pubblico ministero, per altro, trova poi conferma nelle pronunce dei giudici. E, allora, o siamo tutti comunisti o non possono esserlo solamente le procure" questa la risposta del procuratore capo della Repubblica di Siracusa Ugo Rossi. Il pg ha definito le affermazioni del premier "un fatto gravissimo. Quando indaghiamo sull’alta politica diventiamo comunisti, mentre quando svolgiamo il lavoro sul territorio che non tocca i grossi interessi economici e politici siamo invece magistrati bravi. È questa la realtà. Comunque - ha concluso il procuratore di Siracusa - ormai il termine comunista ha perso il suo significato originario e, in una certa visione, è quasi sinonimo di delinquente".
Capezzone: "Palamara parla come capopartito" "Qualcuno faccia sapere al dottor Palamara che le sue dichiarazioni e interviste sono sempre più simili a quelle di un capopartito. Sarebbe un esercizio interessante prendere le sue dichiarazioni, nascondere o cancellare per un momento il cognome del dottor Palamara, e poi chiedere a un campione di cittadini se si tratta di dichiarazioni di un magistrato o di un esponente politico. Non ho dubbi sui risultati del test". Lo afferma Daniele Capezzone, portavoce del Pdl. "Ma, test a parte, sarebbe così - con questo genere di dichiarazioni e comportamenti - che i magistrati cercano di allontanare da sé l'accusa di politicizzazione? Non si rendono conto del loro autogol, e di quanto questi comportamenti - conclude - faranno ulteriormente scendere la fiducia dei cittadini nell'imparzialità della giustizia italiana?".
Tesoni: l'Anm ammette quel che nega "Chi si pecca, male si sente! E l'Anm, anche se con colpevole ritardo e con evidente imbarazzo, finisce per ammettere su di se tutto ciò che a gran voce nega". Lo afferma Piero Testoni, deputato del Pdl.
"La giustizia politicizzata, quella a orologeria e l'organizzazione sindacale e correntizia trovano riscontro negli ultimi 15 anni di storia italiana che hanno tolto il velo e il pudore a chi - conclude Testoni - non indossa l'ermellino, ma spera nella carriera automatica e senza scosse".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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