Prescrizione, Renzi smaschera il Pd: 'Insegue il populismo dei 5S'

Bordate tra dem ed ex dem sulla prescrizione: "Vogliono un processo senza fine". E scoppia la lite pure sulle Regionali

Prescrizione, Renzi smaschera il Pd: 'Insegue il populismo dei 5S'

Arrivati al dunque, volano stracci tra Pd ed ex Pd. A dividere quelli che fino a pochi mesi fa facevano parte dello stesso partito è la riforma della prescrizione voluta dal ministro grillino Alfonso Bonafede.

Italia viva ha infatti votato in commissione con il centrodestra per salvare la proposta di legge di Forza Italia che cancella la misura mentre Pd, Leu e M5s votano compatti a favore dell'emendamento pentastellato contro il testo a prima firma dell'azzurro Enrico Costa. Decisivo il voto della presidente della commissione Giustizia, Francesca Businarolo: la maggioranza vince per un solo voto di differenza, 23 a 22. Il testo andrà comunque in Aula il 27 gennaio, ma con il parere negativo della commissione.

"Paradossalmente, Lega e FI hanno votato con noi, il Pd con il M5S. Vorrei mandare un abbraccio di solidarietà a tutti i riformisti del Pd che stanno inseguendo il populismo giudiziario dei grillini", accusa in serata Matteo Renzi durante la puntata di Porta a Porta in cui definisce la riforma "un obbrobrio". E poi, su Twitter, ha ricordato che il suo partito ha votato "per tornare alla legge Renzi-Orlando", mentre "il Pd e i Cinque Stelle hanno votato per mantenere la Bonafede-Salvini".

E Ettore Rosato (Iv) ricorda che "solo qualche mese" il Pd - che oggi "sta con M5S e sceglie un processo senza fine" - si era espresso "contro la riforma sulla prescrizione, esattamente come noi". Dal canto suo i dem contrattaccano e sostengono che sia Italia viva ad andare "a rimorchio di Salvini".

Sulla giustizia è scontro anche sul cosiddetto "lodo Conte", cioè l'accordo raggiunto a Palazzo Chigi che prevede la sospensione della prescrizione temporanea solo per chi viene assolto in primo grado e che sarà presto presentato da Bonafede nella riforma del processo penale. Una soluzione già ampiamente bocciata dai renziani: "Non firmiamo cambiali in bianco ma vogliamo valutare nel merito", spiega all'Agi Lucia Annibali (Iv), "Vediamo cosa ci sarà nel ddl, poi valuteremo, ma a scatola chiusa non si accetta nulla".

Quello previsto venerdì si preannuncia dunque un Cdm di fuoco. La spaccatura potrebbe infatti avere ripercussioni anche sulla tenuta del governo.

Ma tra le due forze politiche di maggioranza spunta anche un un altro tema di scontro: quello delle Regionali.

Italia viva infatti, sarebbe pronta a a presentare proprie liste alternative assieme ad Azione in Puglia e anche in altre Regioni, in barba al principio - finora sempre rispettato - delle primarie di coalizione. Per i dem questo sarebbe "un regalo alla destra di Salvini".

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