Preso a Padova l’assassino delle squillo

Padova «Qui sotto ci sono le due donne e là troverete la balestra con cui le ho ammazzate». Ci è voluto poco per scoprire che il goriziano Ramon Berloso, 35 anni, diceva la verità. I cadaveri di Diana Alexiu, 24 anni, romena, e di Ileana Vecchiato, 28 anni, di Marcon (Venezia), erano stati sepolti sul greto del torrente Torre, in Friuli, sotto un viadotto. E se gli investigatori non fossero riusciti a intervenire in tempo, probabilmente la serie dei delitti sarebbe continuata.
Le due vittime erano infatti escort di alto bordo e l’altra sera Berloso aveva fissato un appuntamento con un’altra professionista, ignaro del fatto che ormai la polizia e i carabinieri di Udine gli fossero addosso. Si era appostato nelle campagne di Aiello (Udine), con la Grande Punto bianca di Ileana, la sua prima vittima. Invece di una prostituta, però, si è visto arrivare i poliziotti. La reazione è stata immediata: una manovra brusca, una sgommata, l’abbandono dell’auto e via verso una libertà che ha scatenato una gigantesca caccia all’uomo in tutto il Nord Est, per 24 ore. La corsa del fuggiasco è finita alla stazione di Padova.
Interrogato dal sostituto procuratore di Udine, Marco Panzeri, Berloso, già condannato a 6 anni nel ’95 per omicidio preterintenzionale (un diciottenne morì durante una rissa), è crollato subito: «Sono stato io, ora vi porto da loro».
A dare una direzione precisa alle indagini, in particolare, era stata la scomparsa della romena, nel maggio scorso. Lei era precisa, un’imprenditrice scrupolosa nel suo campo. Bellissima, si faveva pagare anche diverse migliaia di euro per le proprie prestazioni. Ma era anche molto prudente. Prima di ogni incontro mandava sempre un sms al fratello, in Romania, con la targa dell’auto del cliente. Il 20 maggio partì da Desenzano e, come testimonia il tracciato del telepass del suo Suv Bmw M5, uscì al casello di Palmanova. Un barista rivelò alla trasmissione «Chi l’ha visto?» di averla notata due giorni dopo nel suo locale. Poi più niente. Fino al 29 giugno scorso, quando a Cervignano del Friuli fu ritrovata la sua auto.
Nel frattempo, in seguito alle segnalazioni di amici e familiari dell’altra donna scomparsa e agli incroci telefonici, gli inquirenti hanno collegato le due storie. E i tabulati dei cellulari hanno fatto il resto.
«Avevo bisogno di soldi», ha detto agli inquirenti il killer, specificando di aver sottratto 10 mila euro dall’auto della prima vittima. Le donne sono state ritrovate completamente nude sotto pochi centimetri di terra.

Secondo le prime ricostruzioni, Ileana sarebbe stata uccisa a bastonate, mentre Alexia, dopo essere stata stordita, è stata finita con i dardi della balestra.
«Ora verificheremo il registro delle persone scomparse - spiega il procuratore di Udine - per capire se ci possano essere altre vittime».

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