Milano - Il presidente del Consiglio affronta due temi caldi della politica: il nuovo segretario del Popolo della Libertà, Angelino Alfano, e il rinnovamento del partito, passando dal meccanismo delle primarie. Sono alcune delle indicazioni che Silvio Berlusconi fornisce sul futuro del Pdl nel corso della Telefonata con Belpietro a Mattino5. "Aggiorneremo lo statuto del Pdl per tenere conto dell’integrazione delle varie anime politiche che in questi anni vi sono confluite e in totale condivisione di programmi, senza andare avanti con il meccanismo del 70/30 degli altri anni", ribadisce Berlusconi che segnala come seconda fase l’avvio delle "iniziative per radicarci sul territorio, fino ai congressi locali e nazionali dai quali usciranno, sono convinto, i futuri vincitori delle elezioni del 2013". Fatto, questo del successo alle prossime elezioni Politiche "di cui - garantisce Berlusconi - sono assolutamente sicuro". Alfano segretario, spiega ancora, "avrà tutti i poteri che gli verranno delegati dal presidente, attraverso la modifica dello Statuto, e sarà lui a dare ai tre coordinatori i compiti che riterrà opportuno di conferire a ciascuno".
Capitolo primarie Berlusconi torna a dire di "non essere contrario, purché si arrivi a essere certi che i votanti siano davvero sostenitori del nostro partito e non magari infiltrati della sinistra". Si potrebbe ovviare al rischio "con una sorta di registro di chi vuole partecipare alle primarie". Berlusconi tiene anche a rifiutare la lettura di un Pdl vittima di balcanizzazione: "Nemmeno per sogno. Sono tutte invenzioni dei giornali, di un degrado dell’informazione contro di noi".
Favorevole Alfano "Io sono molto favorevole" alle primarie perché "affermano il principio che vince chi ha il consenso, chi ha i voti, chi lavora sul territorio e questo spesso porta all’individuazione di persone che hanno maggiore appeal nei confronti dell’elettorato". ha detto Angelino Alfano, fresco di designazione a segretario del Pdl, ai microfoni del Tg1. "Comincerò a lavorare immediatamente - ha aggiunto - a lavorare per trovare le regole giuste per affermare concretamente questo principio".
La replica di Bersani A stretto giro di posta Pier Luigi Bersani replica al Cavaliere: "Ci stiamo già preparando, stia preoccupato...", ha ironizzato il segretario del Pd a margine di un incontro a Roma con il vicepresidente cinese Xi Jinping.
Rispetteremo volontà dei cittadini L’esito del referendum "non ha nulla a che vedere con il governo, se i cittadini non vorranno il nucleare, noi ne prenderemo atto". Il premier, che ribadisce la linea della libertà di scelta agli elettori, definisce quello sul nucleare un voto "inutile" perché avviene su un quesito il cui oggetto, la localizzazione delle centrali, "è era disciplinato da norme che sono già state abrogate". L’esecutivo, comunque, "si astiene" dal dare indicazioni, e si atterrà alla volontà degli elettori, assicura il premier. Quanto al referendum sull’acqua, per il Cavaliere il quesito è "fuorviante" perché non è in discussione la privatizzazione dell’acqua ma l’eliminazione degli sprechi.
Il dovere di governare fino al 2013 "Abbiamo il dovere - torna a ribadire il premier - di arrivare al 2013 per onorare il patto con gli elettori del 2008 e dobbiamo arrivarci perché è l’unico esecutivo in grado di garantire la governabilità" in questa delicata situazione economica. Con la Lega e i Responsabili "abbiamo una maggioranza minore - prosegue - ma più solida e determinata per fare le riforme che non abbiamo potuto fare prima per l’opposizione di Fini e dei suoi. Dal male della diaspora di Fli è nato un gran bene".
I fischi di ieri? I soliti ragazzi di sinistra...
"Ieri - ragiona il Cavaliere - sono stato applaudito tutto il giorno ma all'inizio della giornata c'era il solito squadrone di venti ragazzi organizzati dalla sinistra che quando sono arrivato all'Altare della patria ha inscenato una dimostrazione contro di me e i giornali hanno potuto scrivere 'Berlusconi fischiato'".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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