La Procura mette sotto sequestro le residenze Lac al Parco delle cave

Altre tre torri sigillate: tra gli 8 indagati progettisti e dipendenti del Comune

Il sequestro del cantiere delle Residenze Lac al Parco delle Cave
Il sequestro del cantiere delle Residenze Lac al Parco delle Cave
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In una delle ultime foto sui social per promuovere le Residenze Lac, ci sono in primo piano i fiori arancioni del Parco delle Cave che, insieme al lago artificiale, avrebbero dovuto offrire ristoro alla vista degli abitanti delle tre torri di via Cancano.

Ma da ieri, negli stessi luoghi, si vedono i sigilli messi dalla Guardia di Finanza. Gli edifici in via di costruzione - di nove, dieci e tredici piani fino a un'altezza di 43 metri e per un totale di 77 appartamenti con consegna ipotizzata nel 2025 - sono stati sequestrati ieri, per ordine della gip Lidia Castellucci che ha accolto la richiesta della procura milanese che da tempo sta mettendo le mani sui nuovi progetti urbanistici della città, con dieci inchieste aperte sulle «modalità e le prassi stratificate nel tempo» di costruzione degli stessi.

Lottizzazione abusiva con plurime violazioni delle leggi sull'edilizia e abuso d'ufficio (abrogato dal ddl Nordio, ndr), i reati contestati a vario titolo a otto indagati tra cui alcuni dipendenti comunali sul progetto realizzato, secondo l'inchiesta, in assenza del necessario piano attuativo. A finire nelle carte sono Paolo Mazzoleni (nella foto), l'architetto progettista della Lakes Park srl nonché assessore alla Casa nell'amministrazione Pd torinese già indagato nell'inchiesta sul palazzo Bluestone in piazza Aspromonte, la coprogettista e direttrice dei lavori Ombra Katina Bruno, Rossella Bollini, amminstratore delegato della società proprietaria dell'impianto industriale dismesso di Pompe Peroni, Giovanni Oggioni, ex direttore dell'area Sportello unico per l'edilizia ue di Palazzo Marino, Nicolas Daniel Henri Rodriguez, procuratore della società Nexity Milano Parco delle Cave (subentrata alla Lakes Park) e i tre tecnici comunali Andrea Viaroli, Riccardo Rinaldi e Alessandra Ottoni.

Lo scheletro delle torri è già in piedi e c'è il rischio che la costruzione venga consegnata al degrado dopo il sequestro, ma per la giudice che accoglie positivamente le richieste dei pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, è comunque necessario bloccare subito la prosecuzione delle opere che «determineranno un sensibile aumento del carico urbanistico, con conseguente pericolo, concreto ed attuale, di lesione degli interessi presidiati dalla normativa edilizia».

La valutazione degli inquirenti è che l'area in via di edificazione sia stata pensata senza considerare «idoneità» dei terreni di «interesse ecologico» e nemmeno le «esigenze del nuovo insediamento» abitativo. Resta agli atti che lo stesso Comune, con la dirigente Simona Collarini del Settore Pianificazione urbanistica generale, nel «verbale di riunione staff» del 29 marzo 2022, già parlava così del progetto: «Dobbiamo cercare di non ripetere situazioni come via Cancano, dove la struttura commerciale ha divorato gran parte della superficie fondiaria, obbligando a una soluzione progettuale delle residenze molto impattante (peraltro fronte Parco Cave)».

La gip spiega che la pratica edilizia riguardava un intervento complessivo su due lotti: per il primo, destinato a un supermercato (non sequestrato) è stato presentato il permesso di costruire convenzionato, mentre per il più «pregiato» lotto 2 destinato alle residenze Lac, è stata presentata la Scia, in modalità semplificata. Entrambe in modalità in violazione delle leggi dell'urbanistica, secondo la gip. Per l'intervento complessivo è stata peraltro stipulata una convenzione, il 31 gennaio 2019, non sottoposta all'approvazione del consiglio o della giunta comunale, nell'ufficio di un notaio tra Oggioni e la Lakes Park. Una modalità, quest'ultima, ritenuta «del tutto inedita e priva di fondamento».

Nel decreto si contesta poi anche la cessione delle aree a 193 euro al metro quadro, prezzo «fortemente sottostimato rispetto ai

valori di mercato». Oltre al mancato incasso di oneri di urbanizzazione e all'«indebito beneficio» di vantaggi tributari, tra cui l'Iva agevolata al 10 per cento per le ristrutturazioni e le successive detrazioni di imposta.

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