«Nonostante tutto sono ancora concittadino di Roberto Maroni. È stato un ottimo ministro dell’Interno e, lui lo sa, nell’ancora più ampia convergenza politica che io avrei auspicato, sarebbe ministro dell’Interno di questo governo, se così fossero andate le cose. Ma vorrei ricordargli che, chiudendo quegli strani dipartimenti aperti dalla Lega a Monza, crediamo, come governo, di avere fatto opera squisitamente meritoria sul piano del consenso e della osservanza della Costituzione».
È solo il lead di una parentesi, ad alto tasso di polemica, che il premier Mario Monti ha voluto riservare nel suo intervento all’ex ministro dell’Interno. «Ricambio nei confronti di Maroni le espressioni di stima personale, anche se io faccio più fatica a tenere distinti l’ambito personale da quello politico. Tanti anni fa ero entusiasta nel vedere spinte nella Lega che credevo andare verso una società liberale ma - ha affondato Monti - mentre altri esponenti di governo hanno avuto dei ripensamenti su ciò che non ha funzionato, da parte di Maroni non c’è stato nulla. Non condivido quasi niente del Maroni storico e del Maroni astorico perché non mi sembra possibile che chi ha fatto parte di posizioni eminenti di governo creda alle cose che ha detto». Poi l’amara conclusione: «Confido che la mia stima anche politica nei confronti di Maroni possa migliorare», a cui Maroni ha replicato con identica amarezza: «Monti ha dimostrato di essere già diventato un buon politico o un cattivo politico, dipende dai punti di vista. Ciò che ha detto su di me è stata una cosa sgradevole.
Sono rimasto deluso non tanto per l’attacco personale a me, ma perché tutto quello che ho detto è stato da lui respinto al mittente: io ho chiesto di continuare sulla strada del federalismo e ha detto “no” e ha detto “no” ad abbassare la pressione fiscale».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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