Danilo Gallinari ha l'Olimpia sulla pelle. E non è uno scherzo, come rivela il campione italiano dei Knicks in un'intervista esclusiva a Men's Health, il mensile in edicola questa settimana: «Il tatuaggio l'ho fatto d'impulso l'estate in cui stavo per trasferirmi a New York», racconta Gallinari. «Volevo partire con il marchio dell'Olimpia sulla pelle». Sul fianco sinistro di Gallinari, infatti, campeggia «Fiero il Guerriero», storico simbolo dell'Olimpia Milano.
Gallinari tornerà a presto in Italia con i suoi compagni dell'Nba, i New York Knicks, per giocare proprio contro l'Olimpia Armani Jeans Milano, la squadra che lo ha lanciato ai massimi livelli del basket mondiale (appuntamento domenica 3 ottobre al Mediolanum Forum di Assago). Il cestista azzurro confessa inoltre che Milano rappresenta molto più di un bel ricordo: «Non so quando, ma sono sicuro che indosserò ancora la maglia biancorossa dell'Olimpia», dichiara. Oggi Gallinari è una delle stelle della squadra di New York, ammirato da Spike Lee e Bill Clinton. Il suo segreto, come spiega a Men's Health, è il rapporto con i genitori: «Mio padre e mia madre si sono alternati a New York per starmi vicino, pur lavorando entrambi in Italia e dovendo anche seguire il mio fratellino che va a scuola», racconta Gallinari. Dell'America Gallinari cambierebbe una cosa sola, il tifo: «Rimpiango il clima di certi palazzetti europei», afferma. «Mi piacerebbe portare un po' di appassionati americani a Belgrado per una partita tra il Partizan e i russi del Cska Mosca, giusto per fargli capire cosa significa fare davvero il tifo».
Riguardo il basket di casa nostra, che non sta attraversando un momento felice, Gallinari prova a fornire una sua ricetta contro la crisi: «Per riprendersi occorrono regole che consentano ai giovani italiani di giocare in serie A e al contempo giocatori che si facciano un mazzo tanto per riportare in alto la nostra Nazionale». Gallinari, infine, manda un messaggio chiaro ai giovani di talento: «Sento di ragazzi che si accontentano già a 14-15 anni: roba da prenderli a schiaffi...».
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