Pronti a dar battaglia al Tar contro l’autosilos «pericoloso»

«Adesso non ci resta che il Tar». Il comitato di via Monte Zovetto alla fine sembra aver rotto gli indugi. Perché l'ipotesi autosilos (136 box, 7 posti auto e 33 moto su due piani interrati) è sempre più reale, sebbene il progetto al momento si trovi ancora in Conferenza dei servizi referente, e non deliberante.
Ma dagli uffici del Comune giungono sinistri silenzi, mentre alla scuola Media Barrili recentemente è arrivata la richiesta da parte del municipio Medio - Levante di concedere in via temporanea l'uso del cortile (dove i ragazzi oggi fanno ginnastica) per sistemare venticinque posti auto a favore dei residenti durante i due anni previsti di cantierizzazione. Tutto, insomma, fa pensare a un imminente via libera al progetto della ditta Carena. Malvisto dalla stragrande maggioranza degli abitanti, i cui appartamenti si trovano sotto il livello stradale, e sono quindi preoccupati per i possibili cedimenti strutturali degli edifici, una volta partiti i lavori.
L'ipotesi di ricorrere al tribunale amministrativo regionale è stata votata per alzata di mano da una sessantina di persone sulle ottanta che erano presenti all'ennesima assemblea pubblica, convocata due sere fa nei locali del Cus.
Ma prima di giocare la carta del Tar, il comitato ha messo in cantiere altre due simboliche forme di protesta: lunedì prossimo dai balconi di via Monte Zovetto verranno strotolati, fin dal mattino, striscioni, drappi e lenzuola con la scritta «No box».
Il giorno successivo appuntamento in consiglio comunale «per consegnare a chi di dovere tutte le relazioni tecniche e le perizie idrogeologiche raccolte in questi anni che confermano i rischi di reale pericolo per le nostre abitazioni», scandiscono le due portavoci dei cittadini, Anna Adamo e Laura Santerini.
A dar loro manforte anche le mamme della scuola Media Barrili, i cui figli per almeno ventiquattro mesi verrebbero «scippati» dell'unico spazio dove fare atletica all'aperto.

«Abbiamo già raccolto 150 firme tra i genitori delle scuole medie, elementari e anche della scuola d'infanzia di Albaro contro la richiesta arrivata in consiglio d'istituto pochi giorni fa - dichiara Emanuela -. L'impegno della ditta Carena a rifare completamente la pavimentazione del cortile come contropartita per due anni, ma chissà quanti di più, di sacrifici non ci soddisfa».

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