Bari - E' l'inchiesta sugli appalti pubblici della sanità pugliese. Ma anche dell'intreccio tra droga, escort, festini, mafia e politica. E questa mattina i magistrati della procura di Bari hanno battuto un nuovo colpo. I bilanci dei partiti politici del centrosinistra della Puglia vengono acquisiti dai carabinieri nell’ambito dell’indagine del pm Desirè Digeronimo sul presunto intreccio tra mafia, politica e affari nella gestione degli appalti pubblici nel settore sanitario. Le acquisizioni vengono fatte nelle sedi regionali di Pd, Socialisti, Prc, Sinistra e Libertà, Lista Emiliano.
Voto di scambio Gli accertamenti disposti dal magistrato, che ha firmato decreti di esibizione di documentazione, riguardano l’ipotesi di illecito finanziamento pubblico ai partiti in riferimento al periodo compreso dal 2005 a oggi, comprese le ultime elezioni al Comune di Bari. I militari hanno acquisito anche tutta la documentazione relativa ai contratti e ai rapporti "intrattenuti dai partiti con gli istituti di credito". Viene ipotizzato formalmente per la prima volta il reato di voto di scambio (art.96 Dpr 361/56) nel provvedimento con cui il pm della Dda ha ordinato di acquisire i bilanci e la documentazione relativa ai rapporti con le banche. L’ipotesi di reato riguarda solo alcuni degli indagati e fa riferimento a voti elettorali che essi avrebbero chiesto in cambio della promessa di varie utilità. Per questo tipo di reato la norma prevede la reclusione da uno a quattro anni.
Indagati L’inchiesta del pm della Dda verte sulla gestione degli appalti pubblici nel settore sanitario, sulle nomine dei primari e sul presunto intreccio mafia, politica e affari e che, tra gli altri, ha anche convocato e ascoltato in una audizione di cinque ore il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Tra manager delle Asl pugliesi, dirigenti della Regione e politici sono circa 20 gli indagati in questa inchiesta, tra loro l’ex assessore regionale alla Sanità Alberto Tedesco (Pd), ora senatore. Le ipotesi di reato sono di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, alla concussione, al falso, alla truffa; per alcuni reati si ipotizza l’aggravante di aver favorito un’associazione mafiosa. Il pm vuole verificare se nei bilanci siano stati regolarmente iscritti tutti i finanziamenti ricevuti dal mondo imprenditoriale. Anche questa ipotesi investigativa si baserebbe su intercettazioni telefoniche.
Il sistema Tedesco è recentemente subentrato al Senato dopo l’elezione del senatore De Castro al parlamento europeo. Tedesco si dimise il 6 febbraio scorso ancor prima di ricevere un avviso di garanzia e fu immediatamente sostituito nella giunta regionale da Tommaso Fiore. Sotto inchiesta ci sono sia le aziende di fornitura di materiale sanitario che fanno capo ai figli dell’ex assessore sia le aziende che fanno capo alla famiglia Tarantini. Accertamenti sono stati fatti soprattutto sugli appalti della Global System Hospital di Tarantini nelle Asl Bari e Bat.
Gli altri indagati Insieme a Tarantini tra gli imprenditori da tempo coinvolti nell’inchiesta del pm Digeronimo vi sono Dante Columella, amministratore della Tradeco di Altamura (Bari) che da un ventennio opera nel campo dello smaltimento dei rifiuti (anche sanitari) e ha gestito a lungo la discarica di Altamura e Diego Rana, imprenditore di Bisceglie (Bari) che opera nel settore della riabilitazione domiciliare.
Perquisito il Policlinico Contemporaneamente alla nuova accelerazione nell’inchiesta sulla sanità pugliese da parte del pm Digeronimo i militari della Guardia di Finanza hanno eseguito perqusizioni e sequestri di atti nel Policlinico di Bari, nei reparti di Ortopedia e di Neurochirurgia. Inizialmente l’inchiesta condotta dal pm Giuseppe Scelsi riguardava solo presunte tangenti e appalti di protesi (al centro ancora le società di Tarantini Technohospital e Global System Hospital). In seguito, le intercettazioni di Gianpaolo Tarantini hanno fatto nascere un altro filone sul giro di feste con politici ed escort. Da qui, l’indagine e l’iscrizione del 34enne imprenditore barese nel registro degli indagati con l’accusa di induzione alla prostituzione, fascicolo al cui margine è emersa la vicenda degli incontri della escort Patrizia D’Addario con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Forniture ospedaliere Diagnosi forzate per prescrivere determinate terapie al fine di far acquistare un numero cospicuo di costose protesi vertebrali dalle società dell’imprenditore barese Gianpaolo Tarantini. Nel nuovo filone d’indagine coinvolto il direttore di Neurochirurgia del Policlinico, Pasqualino Ciappetta. Il professore avrebbe indotto alcuni suoi giovani collaboratori, che hanno con il tempo occupato i posti chiave del reparto, a forzare diagnosi e a prescrivere protesi al fine di far acquistare dalle società di Tarantini "stabilizzatori della colonna vertebrale" il cui prezzo è compreso tra i 18mila e i 30mila euro. I medici che non rispettavano la linea impartita da Ciappetta sarebbero stati emarginati. I militari hanno sequestrato numerose cartelle cliniche, computer e hanno compiuto verifiche su un microscopio apparentemente non censito nel reparto che Tarantini avrebbe ceduto (non si sa a quale titolo) alla struttura.
Archiviazione Infine, in uno dei filoni di indagini delle quattro inchieste sulla sanità il pm ha chiesto l’archiviazione per i tre imprenditori Gianpaolo Tarantini, Cosimo Catalano ed Enrico Intini e
per l’ex manager dell’Asl Bari Lea Cosentino. Questa parte dell’inchiesta riguardava la presunta turbativa d’asta di un appalto del valore di 55 milioni di euro per la gestione della pulizia negli ospedali dell’Asl Bari- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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