Nella sala d'aspetto deserta ci sono una decina di poltroncine libere, una biglietteria chiusa e una piccola area destinata a check-in e gate ormai in disuso. Entrando nell'aeroporto di Taranto Grottaglie la sensazione è che il tempo si sia fermato e che ci si trovi in una delle tante infrastrutture italiane testimoni di spreco e mala gestione.
Invece, è proprio qui che si sta scrivendo il futuro dell'aeronautica italiana. Un futuro fatto di investimenti, sperimentazione, sviluppo e nuovi posti di lavoro. Lo scalo pugliese sta per essere trasformato nel primo aeroporto europeo destinato ai viaggi spaziali. Tecnicamente sono definiti «voli suborbitali» e, entro un paio di anni, permetteranno di decollare da Grottaglie per poi sorvolare la Terra a una distanza di circa 80mila metri. Un sogno non solo per ricchi magnati desiderosi di ammirare il pianeta da un punto di vista decisamente inedito, ma anche per le imprese. Perché lo spazioporto italiano permetterà di raggiungere gli Stati Uniti in poco meno di due ore, trasportando le merci praticamente in tempo reale.
IL LUOGO PERFETTO
Visitiamo lo scalo in una calda mattinata d'estate: a una prima occhiata sembra che nulla stia per cambiare. Il piano terra, destinato all'accoglienza dei viaggiatori, è animato solo da qualche addetto. Mentre gli uffici al primo piano sono quasi vuoti. Sul piazzale a ridosso della pista ci sono solo due piccoli aerei. Eppure proprio qui, entro il 2021, potrebbe fare base la più importante multinazionale impegnata nel turismo spaziale: la Virgin Galactic dell'eccentrico milionario americano Richard Branson. «Questa infrastruttura è stata individuata già nel 2004 come piattaforma al servizio dell'industria aerospaziale racconta Marco Catamerò, managing director di Aeroporti di Puglia -. Questo perché l'aeroporto di Grottaglie ha già adesso una delle piste più lunghe d'Europa, impatta pochissimo sul territorio circostante, è molto vicino al mare e gode di condizioni meteorologiche invidiabili».
Da qui la decisione assunta dall'Enac di certificarlo come «spazioporto». Cioè aeroporto destinato ai voli spaziali. Per adeguare le infrastrutture sono stati stanziati 21 milioni di euro. Altri trenta già approvati - saranno messi a disposizione entro il 2030. Le ultime opere necessarie saranno infine realizzate in cofinanziamento con i privati. «Virgin è già interessata a portare a Grottaglie i suoi aerei conferma Tiziano Onesti, presidente di Aeroporti di Puglia -. Due anni fa Branson è venuto in Puglia per guardare questo scalo di persona. Con la multinazionale abbiamo già un accordo quadro, questo significa che quando i lavori di adeguamento saranno terminati la multinazionale verrà qui, sulla scia di quanto sta già succedendo nello spazioporto costruito in New Mexico, negli Stati Uniti».
COME IN NEW MEXICO
A breve Grottaglie potrebbe quindi diventare il secondo hub di Virgin nel mondo. Seguito, successivamente, da altri due aeroporti spaziali: uno in Australia e l'altro in Africa. Questo vuol dire che dalla Puglia partiranno gli aerei super tecnologici destinati non solo al turismo spaziale, ma anche al lancio di satelliti e al trasporto delle merci. Chi, però, si aspetti di venire da queste parti e trovare torri di lancio e infrastrutture avveniristiche in stile Cape Canaveral potrebbe rischiare di rimanere deluso. Lo spazioporto pugliese, così come il suo gemello americano, è molto simile a un ordinario scalo per i voli di linea. Quello che lo differenzia è la pista: è lunga più di 3 chilometri, contro i normali 2,80. E poi ci sono gli hangar hi-tech, progettati per ospitare aerei in grado di raggiungere quote altissime. «Questi velivoli decollano in orizzontale come tutti gli altri, ma al loro interno contengono una sorta di razzo. Una volta arrivati a circa 14mila metri, all'altezza di Gibilterra sparano questa navicella nello spazio. Il viaggio prosegue grazie ai propulsori, che le permettono di arrivare a circa 80mila metri va avanti Onesti -. L'atterraggio è previsto, sempre a Grottaglie, dopo circa un'ora e mezza. Voli di questo genere sono stati pensati non solo in funzione del turismo spaziale, ma anche per il trasporto in tempi rapidissimi delle merci.
ESPORTAZIONE LAMPO
Una mozzarella prodotta a Gioia del Colle potrebbe arrivare a New York in circa 90 minuti». Ecco perché questa infrastruttura da queste parti è attesa con ansia. A beneficiarne potrebbe essere tutto l'indotto. «Grottaglie si trova vicina al polo del lusso pugliese, alle masserie di Savelletri frequentate dai vip di mezzo mondo dice ancora il presidente -. Il territorio è quindi già pronto a ospitare chi potrà permettersi un biglietto per lo spazio che attualmente costa circa 200mila euro. Ma certamente questo scalo darà impulso a tutto il turismo, stimolando lo sviluppo di nuovi servizi».
Nel frattempo sono già molte le aziende che già lavorano qui. C'è Leonardo, che costruisce due sezioni della fusoliera dei Boeing 787 che partono proprio da Grottaglie per raggiungere gli Usa ed essere assemblate. Ci sono i test bed per i droni, ci sono le sperimentazioni dei voli a pilotaggio remoto e i lavori del Distretto aerospaziale. Insomma, già oggi Grottaglie è al centro dell'attenzione, non solo di chi sogna di partire per un viaggio nello spazio ma anche di molte aziende del settore aeronautico e aerospaziale.
Un interesse che potrebbe presto tradursi in moltissimi posti di lavoro. Nel frattempo i lavori vanno avanti. «Stiamo per realizzare la pista di rullaggio che al momento non c'è conclude Catamerò -. Poi sarà la volta dei piazzali di sosta e degli hangar».
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