Buona, anzi ottima l'idea del sindaco di chiedere per Milano una fiscalità di vantaggio. Per attirare imprese e investimenti, dice Letizia Moratti. E io aggiungo: per compensare almeno in parte l'iniquo rapporto dareavere che lo Stato impone ai milanesi: è noto che questa città manda a Roma molto più di quanto riceve. A questo squilibrio, che va al di là di ogni ragionevole discorso su quella solidarietà nazionale sempre retoricamente invocata, si riferisce in fondo la Lega quando grida «Roma ladrona!». Per non parlare degli eccessivi e ormai intollerabili privilegi finanziari e normativi che vengo concessi alla capitale da qualsiasi governo, in particolare da questo considerato «amico del Nord». D'altra parte è anche vero che per attirare investimenti internazionali non basta una fiscalità di vantaggio. Una burocrazia farraginosa, ostile e vessatoria insieme a una giustizia civile nota per i suoi tempi biblici - per citare i due fattori più incidenti- difficilmente possono essere compensati da agevolazioni fiscali. In tempi di globalizzazione i mercati più attraenti offrono, oltre a un fisco benevolo, una burocrazia amica e una giustizia civile rapida. D'altra parte non so quante concrete opportunità di insediamenti produttivi e in generale di sviluppo offra ancora il territorio di Milano così com'è definito oggi- e rieccoci alla necessità della città metropolitana sempre di là da venire....) .
Ma allora tanto vale fare il salto e chiederci perché la Lombardia non goda di almeno qualcuno dei molti e cospicui privilegi fiscali, finanziari e normativi concessi alle regioni a statuto speciale. Non è mai stato chiaro quali siano le caratteristiche che designano una regione a statuto speciale: cosa hanno in comune, ad esempio, il Friuli e la Sardegna? La Provincia di Trento e la Sicilia? La risposta, vaga, è che ciascuna di queste realtà ha una sua propria forte specificità che richiede specifici strumenti amministrativi. Ma se le cose stanno così, chi può negare che la regione più ricca d'Europa, la più popolosa d’Italia, una delle più densamente industrializzate del mondo, la Lombardia abbia una sua peculiarità? Nessuno può ragionavolmente sostenere che i poteri, i criteri amministrativi, fiscali e normativi che valgono, ad esempio, per l’Umbria o per la Calabria vadano bene anche per la Lombardia.
Ma per fare una nuova regione a statuto speciale è necessaria una legge costituzionale: improponibile l’idea di intraprendere un percorso di quel tipo, interminabile e tortuoso . Relativamente più facile, invece, ottenere con legge ordinaria una serie di trattamenti specifici - a cominciare da quello fiscale, appunto - e di strumenti di governo che riconoscano alla Lombardia la sua diversità e che la ripaghino, almeno in parte di quell’iniquo rapporto con le casse dello Stato. Nel corso della storia unitaria diverse zone del Paese hanno potuto godere di una «legge speciale» fatta su misura per risolverne alcuni specifici problemi.
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