
C'è un libro che mi è venuto in mente leggendo le recenti cronache finanziarie della Repubblica Italiana. Negli ultimi anni il nostro Tesoro ha lanciato diversi prestiti obbligazionari rivolti al pubblico dei risparmiatori. L'ultimo è stato chiuso venerdì scorso, con una straordinaria richiesta di 15 miliardi di Buoni del tesoro con la scadenza di otto anni. Da un po' di tempo, i governi stanno cercando di coinvolgere maggiormente i nostri cittadini nel finanziamento del nostro debito pubblico. Qualcuno potrebbe definire, questo, un atteggiamento sovranista. Basta leggere gli «ammonimenti» di Luigi Einaudi comparsi sul Corriere della Sera tra il 1914 e il 1920 per comprendere bene come l'economista liberale giudicasse fondamentale il coinvolgimento degli italiani nel finanziamento diretto della spesa pubblica. Questi «tweet» di Einaudi sono raccolti in una magnifica antologia realizzata da Rubbettino, titolata Elogio del Rigore e curata con sapienza e dal compianto Corrado Sforza Fogliani circa un lustro fa. «Tutti i giorni, se voi vi recate agli sportelli della Banca d'Italia potete acquistare non solo buoni del Tesoro a tre o 5 anni ma anche buoni ordinari sono al portatore, di formato comodo, tascabili se piegati per metà. Sono consegnati subito, contro il versamento dell'importo. Cominciano da qualunque data. Sono di importi fissi. L'interesse è del 4% per i buoni a tre mesi del 4,75% per i buoni a sei mesi del 5% per i buoni a 9 e 12 mesi. Esso è sempre pagato anticipatamente; e così chi compra un buono a tre mesi paga 99 lire subito per ricevere 100 lire dopo tre mesi; chi compra un buono a sei mesi paga 97,625 subito per averne 100 dopo sei mesi se si fa il conto, si vede che l'interesse vero è maggiore di quello apparente. Pagare 95 ricevere 100 dopo un anno, e come guadagnare 5 su 95, il che fa il 5,6%. Invece di tenere i vostri denari liquidi in casa o su un libretto perché non comprare buoni del Tesoro? Guadagnereste dall'uno al 3% di interesse in più. Se non potete recarvi personalmente alla banca di emissione incaricate dell'operazione il vostro banchiere o agente di cambio. Farete un buon affare e darete mezzo allo stato di non stampare più altri biglietti, che fanno rincarare il prezzo di tutte le cose. Forse lo stato potrà ritirare una parte dei biglietti emessi e così i prezzi si rilasseranno. E voi farete in tal modo, insieme con tutti gli altri, un secondo buon affare».
Einaudi in decine di ammonimenti spiega la bontà del risparmio privato, pubblicizza i cinque prestiti alla Patria per affrontare la guerra,
spiega con chiarezza il funzionamento dei tassi di interesse e la follia di far marcire i propri risparmi e soprattutto fa capire al grande pubblico come stampare moneta sia attività inflattiva, che alla fine nuoce a tutti.
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