Quel produttore di cartoon conteso fra Cannes e Venezia

A gennaio la Mostra di Venezia annunciava che, nella prossima edizione, darà il Leone d’oro alla carriera a John Lasseter, direttore artistico della Pixar-Disney, produttore fra l’altro di Toy story, Toy Story 2, Mostri&C., Ratatouille, Wall-E...
Condivisibile, la scelta aveva fatto credere che il nuovo film della Pixar-Disney, Up («Lassù») di Pete Docter e Bob Petersen, realizzato in 3D, sarebbe arrivato in anteprima al Lido. Invece Up finirà sulla Croisette. Non solo: Up aprirà il Festival il 13 maggio. Per la prima volta un film d’animazione avrà tanto rilievo. Non l’ebbe il disneyano Dumbo; non l’hanno avuto Shrek, Shrek2, Persepolis, Kung-Fu Panda, Valzer con Bashir...
La politica d’attrito del direttore della Mostra, Marco Müller, contro il direttore del Festival, Thierry Frémaux, sfocia così in un’umiliazione per Venezia. Eppure la trattativa con Lasseter per averlo al Lido con un suo nuovo film, com’è d’uso per i riconoscimenti alla carriera, era cominciata con anticipo sui lavori di preparazione di Cannes. A norma di statuto, Up non potrà nemmeno esser riciclato alla Mostra; tutt’al più la premiazione di Lasseter sarà unita a un precedente film Pixar-Disney, magari rigenerato in 3D.
I grossi festival hanno lungamente praticato fra loro il fair-play: ognuno premiava soprattutto film stranieri, che così ottenevano attenzione in un altro Paese, oltre quello di provenienza, e magari in altri ancora. Poi le cinematografie europee sono deperite e i grossi festival hanno cominciato a perseguire interessi di bottega. Cannes ha incluso in concorso perfino cinque film, su venticinque, di una cinematografia boccheggiante come quella francese (vedi caso Vivendi-Columbia); idem ha fatto e fa Venezia con l’esigua cinematografia italiana, alla quale in settembre offrirà, come trent’anni fa, anche un’area protetta, «Controcampo italiano», che servirà solo a mettere in difficoltà le sezioni («Settimana della critica» e «Giornate degli autori») che hanno segnalato film italiani (Pranzo di Ferragosto, La ragazza del lago) più interessanti di quelli in concorso.
In questo nervosismo, ognuno ha cominciato a comportarsi come suggeriva il titolo originale di un vecchio film di Werner Herzog: ognuno per sé e Dio contro tutti. Nel cinema, Dio è Hollywood. Ebbene, nessuna delle majors era alla Mostra di Venezia l’anno scorso. Per cancellare l’onta, Lasseter era perfetto. O almeno lo pareva...
Frémaux rovinerà la festa di Müller? La Pixar-Disney è stata disinvolta? Probabilmente sì.

Ma è soprattutto Müller a mostrarsi capace di piccoli dispetti a Cannes, ma non di distogliere la Pixar-Disney dal distribuire Up negli Stati Uniti e in Canada a luglio. Di qui la scelta come vetrina del Festival di Cannes e non della Mostra di Venezia. Ma, a parti rovesciate, la Pixar-Disney si sarebbe comportata così con Frémaux? Improbabile: gli sgarri si fanno ai partner deboli.

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