Quella banca vaticana che opera in tutto il mondo

L’Istituto per le opere di religione è stato fondato da Pio XII nel 1942. Ha personalità giuridica propria e con Papa Giovanni Paolo II assume nuova configurazione. Custodisce e amministra beni mobili e immobili

Quella banca vaticana che opera in tutto il mondo

Roma - E' la Banca del Vaticano. L’Istituto per le opere di religione (Ior) è stato fondato da Pio XII il 27 giugno 1942. Ha personalità giuridica propria e con Papa Giovanni Paolo II, nel 1990, ha assunto una nuova configurazione.

Le funzioni della banca vaticana Scopo dello Ior è di provvedere alla custodia e all’amministrazione dei beni mobili e immobili trasferiti o affidati allo Ior da persone fisiche o giuridiche e destinati a opere di religione e carità. Sulla sua attività vigila una commissione cardinalizia composta da cinque cardinali nominati per un quinquennio. Lo Ior è stato più volte coinvolto in scandali, finanziari e non, fra i quali spiccano l’"affare Sindona" e il crac del Banco Ambrosiano. L’Istituto per le Opere di Religione opera in tutto il mondo da un’unica sede, situata in Vaticano nel torrione di Niccolò V adiacente al palazzo del Papa. Lo Ior non fa prestiti e non emette assegni propri. Il suo scopo essenziale è far fruttare i patrimoni perché siano impiegati in opere di bene. Una parte cospicua delle rendite è devoluta al Papa. Tra i depositanti ci sono le diocesi, le parrocchie, gli ordini religiosi, gli enti e i privati con finalità religiose. Lo IOR investe soprattutto in obbligazioni e opera sulle monete forti: dollaro, yen ed euro.

Il presidenti dello Ior Oggi è Ettore Gotti Tedeschi a presiedere la banca vaticana, nominato da Benedetto XVI il 23 settembre 2009. In Vaticano, oltre allo IOR, ci sono altri uffici finanziari chiave, tra cui l’APSA, Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica; il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano; la Prefettura degli Affari Economici.

Lo Ior conta 130 dipendenti, un patrimonio stimato (nel 2008) di 5 miliardi di euro, 44 mila conti correnti, riservati a dipendenti vaticani, ecclesiastici e a una ristretta quantità di enti privati. Rilevanti sono gli investimenti esteri, in prevalenza in titoli di Stato o portafogli a basso rischio.

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