Piccolo, patinato, charmant. Portofino e chi sennò? Discreto di narcisistica bellezza e feroce di duello in disfida. Che il gioiello val bene yacht e belletti, ma la pagnotta è quella che mordono i portofinesi doc. Soprattutto in tempo d'elezioni amministrative, quando il navigato Roberto D'Alessandro si vede soffiare lo scranno per quatto voti dal giovane Giorgio D'Alia e invoca l'annullamento delle elezioni. «Che si torni al voto insieme alle regionali del 2010» chiede il vinto che sciorina le carte e verga di rosso le gravi mancanze in materia di legge. D'Alessandro, già sindaco del borgo dal 75 all'85, e ancora candidato senza successo nel 90, 2004 e lo scorso 6-7 giugno, non ci sta e ricorre al Tar. Subito. Non come Claudio Marsano che preso tempo per riflettere se contestare i 19 voti mancanti all'appello e finiti nel calderone vittorioso di Roberto De Marchi, pare abbia deciso di non ricorrere, mantenendo il riserbo fino all'ultimo. D'Alessandro invece, dato mandato all'avvocato Luigi Cocchi, impugna il risultato elettorale e ne invoca l'annullamento. Storie curiose di due Comuni vicini di fama e lustro che palleggiano le preferenze sul filo e si giocano i poteri su affinità consolidate. Finché la scheggia impazzita fa saltare il banco. «Roba da calci di rigori» butta lì D'Alessandro, ironico quando in piazzetta ti schizza il suo borgo senza veli. Ci abita da 50 anni, conosce gente e pietre. E racconta quel microcosmo di potere fatto di famiglie. 420 votanti in tutto, residenti 130, gli altri a Santa e Rapallo; più un centinaio di proprietari di ville. Un po alla guelfi e ghibellini spartiti da un solco netto: «Duecento amici e duecento che non mi sopportano - stuzzica istrionico D'Alessandro - E sta storia va avanti da ventanni». Che Portofino è così, spartita tra due liste dal 1946, con un campionario di nomi contrapposti che oggi quagliano in «Uniti per Portofino» capeggiati da D'Alessandro e «Portofino Tuttinsieme» per DAlia. Che vince per 191 voti a 187. Ricorso dunque! Che s'avvita sugli otto certificati otto redatti nello stesso giorno dal medico del Borgo a otto ipovedenti, per essere accompagnati alle urne. Dettaglio dirimente: il medico è fratello di un candidato della lista di DAlia, oggi neo assessore ai lavori pubblici. Ma per legge «..i medici designati non possono essere candidati né parenti fino al 4° di candidati. Pena l'annullamento delle operazioni elettorali». Ops, «è qui il punto - sottolinea D'Alessandro -. Visto che non si sa a chi sottrarre le otto preferenze, bisogna tornare a votare».
L'altra contestazione è su 4 schede con voto disgiunto: 3 assegnate a DAlia e 1 al concorrente: «Il Tar può annullarle, confermarle o capovolgere il risultato» spiega DAlessandro. Il sindaco non batte ciglio: «Siamo nel giusto e i certificati non ci preoccupano, ma questo ricorso non fa scendere la tensione del post voto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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