Il successo di Pinocchio lo dimostra ancor di più. Ma non ci voleva l’affetto mostrato dal pubblico per l’ultima trasposizione del libro di Collodi per concludere che la fiction è il toccasana della televisione. Oltre ai burattini, ci sono medici, preti, poliziotti ed eroi di ogni tipo sempre lì, a disposizione. Pronti a portare a termine la loro missione: salvare i palinsesti delle reti ammiraglie. Si perché, anche quest’anno, le fiction tengono in piedi Raiuno e Canale 5. Il primo canale, soprattutto. Dopo un difficile avvio di stagione con alcuni show chiusi per bassi ascolti, si è buttato sulle mini serie per recuperare il terreno perduto, anticipando alcuni titoli in programma. E confidando che i classici come Medico in famiglia (che da lunedì raddoppia: andrà in onda, oltre al martedì, anche al lunedì per sfidare il Grande Fratello) e Don Matteo resistano all’usura. Ma anche la rivale Canale 5 che, comunque in questa stagione ha azzeccato quasi tutto, punta sempre moltissimo sul genere. Con Gabriel Garko in versione killer spietato (Onore e rispetto) e Raoul Bova agente segreto per amore, l’ammiraglia del Biscione ha cominciato la stagione in velocità. Certo, non tutto riesce bene: Il Falco e la Colomba volano basso nelle classifiche Auditel, ma, anche grazie alla fiction, Canale 5 rischia, per la prima volta dopo anni, di vincere il periodo di garanzia autunnale (cioè i risultati su cui si calcolano gli introiti pubblicitari).
Su questo genere televisivo, da tempo diventato anche in Italia una produzione industriale raffinata, si giocano svariati milioni di euro. Non per nulla le società di produzione si scannano per avere contratti, soprattutto dalla Rai che in questi anni si è spesso comportata da mamma fin troppo generosa. Ben 250 sono i milioni stanziati dalla Tv di Stato nel 2010, ben spartiti tra una decina di produttori. Ma la crisi si fa sentire dappertutto. E, dunque, almeno chi deve rispondere ai propri azionisti, sta molto attento. Per esempio a Mediaset hanno adottato una strategia radicale: puntare sulla lunga serialità ed evitare le mini-serie, tranne in casi eccezionali. Il perché ce lo spiega Giancarlo Scheri, direttore della Fiction del Biscione: «I prodotti da uno-due puntate non sono più strategici: costano troppo. Le serie lunghe, invece, permettono di abbattere i costi. Inoltre consentono di “fidelizzare” gli spettatori, cioè di tenerli agganciati». Addio ai tv movie? «Non del tutto. Vengono impiegati soprattutto per testare il gusto del pubblico. Si fa un “pilota”, come si dice in gergo, e se funziona lo si trasforma in una serie, come abbiamo fatto per esempio per “Non smettere di sognare”, con Alessandra Mastronardi, che rivedremo nel 2010 o con “Due mamme di troppo” con la Savino e la Finocchiaro». Dunque, tutti prodotti lunghissimi come I Cesaroni... «Sì. Avendo a disposizione meno risorse, si sono studiati modi per ottimizzare la produzione. Se da un lato si va alla ricerca di tematiche più interessanti per un pubblico più giovane e più esigente, dall’altra si sperimentano sistemi tecnologici come l’alta definizione che permette grandi risparmi sia durante le riprese sia in post produzione». Il tutto consente di realizzare prodotti più esportabili, come nel caso di Intelligence con Raoul Bova, venduto in tutta Europa. Dunque, cosa ci proporrà Canale 5 nei prossimi mesi? Prima di tutto la seconda stagione dei Liceali che viene anticipata a dicembre proprio per cercare di agguantare Raiuno. Poi Due imbroglioni e mezzo con Sabrina Ferilli e Claudio Bisio, Caterina e le sue figlie con Virna Lisi, la commedia I fratelli Benvenuti con Massimo Boldi, la serie action Tutti per Bruno, I delitti del cuoco con Bud Spencer in veste di ristoratore-investigatore e poi le serie consolidate dei Ris e di Squadra antimafia.
Raiuno non sta a guardare: oltre a Pinocchio che lunedì ha battuto addirittura il Grande Fratello, restano alti gli ascolti del Medico in Famiglia e Don Matteo. E la strategia non cambierà: accanto alla lunga serialità, si continuerà con le mini-serie, anche perché è molto difficile scrollarsi di dosso quella logica spartitoria (una torta da dividere in tanti spicchi) sempre molto criticata, ma mai accantonata.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.