Se ad oggi ci fosse qualcuno che trova datate le commedie di Goldoni, beh, guardando Rusteghi di Gabriele Vacis deve per forza ricredersi. Andato in scena il 24 marzo scorso al Teatro Nuovo di Verona, e adesso in programma alla Corte fino al primo maggio, quest'ultimo lavoro di Vacis è una vera chicca del panorama teatrale contemporaneo. La rilettura del regista e di Atonia Spaliviero è uno spettacolo sintesi di problematiche quanto mai attuali, dalle molteplici sfaccettature, che presenta uno spaccato di vita talmente pregnante e coinvolgente che non ci si annoia nemmeno un minuto. I protagonisti della commedia di Goldoni sono già tutti sul palco a sipario aperto ancor prima che inizi lo spettacolo, parlano tra di loro e guardano il pubblico, ammiccano anche con qualcuno in platea fino a quando a luci in sala ancora accese, uno di loro, Simon alias Eugenio Allegri, con un bicchiere di vino bianco in mano, in stretto dialetto veneto, dà il via alla piece. Il dialetto dura poco, solo i primi dieci minuti, poi si parla in italiano e si comincia a giocare con i temi forti dell'attualità, in cui predomina senz'altro quello della «difesa del territorio».
I Rusteghi prepotenti e materialisti ci sono tutti e va chiarito subito che ad esserlo sono solo gli uomini. Maschi rudi, padri padroni con mogli e figli fanno del materialismo un'ideologia da difendere e stanno ben in guardia che nessuno osi desiderare di più che un piatto di minestra e un tetto sulla testa, diffidano dello straniero e ripetono continuamente quasi più a convincere sé stessi che gli altri «son padron in casa mia». Le donne sono diverse, loro non sono «rusteghe» né lo vogliono essere, ma ecco la sorpresa del cast di Vacis: niente donne in scena, tutte le parti femminili sono interpretate da uomini tanto bravi e convincenti che in alcuni momenti si ha l'impressione che siano davvero diventati tutti femmine veraci, Jurij Ferrini in capo a tutti nella straordinaria interpretazione della Siora Felice. Donne che vogliono reagire ad un mondo maschilista, donne che riescono a vincere con l'uso della parola, unica arma che gli uomini non sanno usare. La gestualità di questi maschi travestiti è di effetto perché non affettata, nessuna parrucca, nessuna moina eppure tanto essere donne dentro i loro corpi di uomini.
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