Quando uno dei due romeni feriti gravemente - il terzo è stato freddato con un colpo alla nuca - nel far west del Nomentano è arrivato al Policlinico Umberto I, nella stanza accanto si è consumata una tragedia, vera e per questo taciuta: attaccato a un respiratore un altro giovane romeno, 29 anni, è in coma cerebrale. Un muratore, non in regola: è caduto dallimpalcatura in uno degli infiniti cantieri edili di Roma. Due figli piccoli, la moglie distrutta. Il titolare italiano del cantiere - criminale - non voleva chiamare lambulanza. Il giovane è rimasto a terra fino a quando ha perso conoscenza. Poi un operaio ha mandato tutti a quel paese e lo ha portato al pronto soccorso. Le sue condizioni sono disperate.
Ecco, in questi pochi metri quadrati del Policlinico sono rappresentate le due facce dellimmigrazione. E la quintessenza del cinismo mascherato da buonismo. Pochi giorni prima della sparatoria al Nomentano questo giornale aveva definito il programma del sindaco per i «rimpatri volontari» in Romania un bluff. Dopo un morto e due feriti un Veltroni «insolitamente scuro in volto», come lo hanno ritratto i quotidiani, ha chiesto più poteri per i prefetti. Ha scoperto che «sono troppi». Ha protestato: «Al governo precedente e a quello attuale avevo chiesto di far tornare in patria una serie di persone». È lammissione del fallimento. Veltroni ha anche detto: «Ho chiesto al ministro Amato di modificare la normativa sullespulsione immediata prevista per i cittadini comunitari (ndr, quali sono i rumeni dal 1° gennaio) quando mettono a repentaglio la sicurezza nazionale: va esteso anche ai casi di violenza su persone e cose». E qui il sindaco ha confuso le carte. Il decreto legge del 6 febbraio 2007 già prevede lespulsione per coloro i cui «comportamenti abituali» rappresentino un pericolo per la sicurezza e lordine pubblico. Anzi, può essere vietato loro lingresso in Italia. Sono le norme europee - del 2004 - tardivamente recepite dal governo Prodi. Ma il decreto legge è stato insabbiato.
Lunico a parlarne è stato Il Giornale. La sola a chiederne lapplicazione è stata la sindaca di Pavia, ds. Ora Veltroni, per recuperare credibilità, dovrebbe ammettere errori e ritardi. Caro sindaco, siamo doppiamente colpevoli. Per non aver fermato chi viene qui solo per delinquere. E per non aver assicurato condizioni di lavoro e di vita decenti a quelli come il muratore rumeno in coma cerebrale a 29 anni.
P.s: Se in tutto ciò lopposizione - lopposizione, non singoli consiglieri - desse un segnale sarebbe bene. Altrimenti bisognerà rivolgersi a «Chi lha vista?».
pierangelo.maurizio@alice.it
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