Un caso l'incontro Meloni-Pinelli. Ma il Colle: "Informati prima"

Polemiche per il colloquio con il vicepresidente. Una parte del Csm protesta e chiede chiarimenti

Un caso l'incontro Meloni-Pinelli. Ma il Colle: "Informati prima"
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«Ma era un segnale di apertura», dicono adesso da Palazzo Chigi, altro che sgarbo o ingerenza o forzatura o chissà che: il colloquio tra Giorgia Meloni e Fabio Pinelli, vicepresidente del Consiglio della magistratura, «è avvenuto alla luce del sole» e aveva l'intenzione di «riaprire le porte» e dimostrare che con le toghe «il dialogo è comunque possibile», pure in una fase di grande scontro tra i poteri dopo il decreto immigrazione e le sentenze sui trasferimenti in Albania. Tanto è vero, spiegano, che è stata la presidenza del Consiglio a diffondere la notizia del faccia a faccia, peraltro uno dei tanti incontri istituzionali bilaterali che il numero due del Csm ha in programma in questo periodo.

Ecco la versione di Giorgia, trapelata dopo l'ennesimo corto circuito politica-giudici. Lunedì, proprio mentre i vertici dell'Anm erano riuniti a Bologna per discutere delle polemiche seguite alla gestione dei flussi e ai provvedimenti di alcuni tribunali, mentre la battaglia sui Cpr e la lista dei «Paesi sicuri» infuriava e Salvini tuonava contro i giudici rossi, Pinelli, ex avvocato della Lega, veniva ricevuto dalla premier.

Un velato «stupore» del Quirinale (nella foto il presidente Sergio Mattarella) ma la sorpresa del capo dello Stato, che è anche presidente del Csm e garante dell'autonomia delle toghe, è finita lì e, si precisa, non era legata al colloquio in sé, ma ad eventuali contenuti, peraltro ignoti. «Il Colle era stato informato prima», si puntualizza.

Furenti le opposizioni. «Un episodio grave - commenta Debora Serracchiani, Pd - che mina l'indipendenza della magistratura». Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia, si dichiara «sorpreso per il silenzio del Guardasigilli». Cinque stelle e Av parlano di «ingerenza», di «gesto irrituale», di tentativo «di intimidire l'ordine giudiziario». «Nessun incontro carbonaro - replica Giorgio Mulè, Forza Italia, vicepresidente della Camera - Non si sono mica visti alle sei del mattino».

E diversi membri dell'organo di autogoverno chiedono adesso a Pinelli di riferire. «Abbiamo appreso - scrivono in un documento 14 consiglieri di Area, Unicost e Md, due indipendenti e il laico Pd Romboli - della sua visita in veste istituzionale alla presidente del Consiglio dei ministri in un momento particolarmente delicato nei rapporti tra politica e magistratura. Le domandiamo perciò di renderci edotti nella riunione plenum di oggi, mercoledì, dei contenuti». Una nota che le correnti di centro destra non firmano. Palazzo Chigi cerca di smorzare.

La visita «si inserisce nell'ambito di una virtuosa e proficua collaborazione, nel rispetto dell'autonomia delle differenti istituzioni». E anche una parte di Palazzo dei Marescialli derubrica l'appuntamento a normale routine. La coincidenza con il vertice Anm? Solo «casualità».

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