Soltanto «uno specchio»? O davvero sono riusciti a entrare? No, al momento non c'è allarme al Quirinale, nemmeno troppa preoccupazione per la violazione della casella mail presidenziale. Ma gli hacker hanno davvero bucato la sicurezza informatica del Colle o è solo una millanteria? Prima di prendere posizione si aspettano gli sviluppi delle indagini.
Non c'è ansia dunque, semmai un fastidio generale perché in ogni caso l'esistenza di una rete di spioni, in grado di carpire informazioni e segreti e di penetrare nei profili delle istituzioni, è comunque una vicenda ritenuta «grave». E del resto Sergio Mattarella ha segnalato il pericolo in diverse circostanze pubbliche. Ad aprile ad esempio, in un discorso in occasione della festa della polizia. «Il contrasto al terrorismo - parole del capo dello Stato - e la promozione della sicurezza informatica rappresentano ulteriori sfide, da raccogliere in collaborazione con le forze dell'ordine di altri Paesi». E ancora: «Nella fase di rilancio dell'Italia, favorito dall'afflusso di ingenti risorse europee, risulta ora decisivo l'impegno affinché la ripresa non venga inficiata dai tentativi di infiltrazione criminale e da forme diffuse di criminalità». L'intreccio tra i soldi del Pnrr, le mafie e le bande di pirati del web, questa la denuncia, può mettere a rischio il nostro futuro.
Ora però a quanto pare siamo di fronte a un ulteriore salto di qualità. Nelle mille pagine della richiesta di arresti scritte dalla procura antimafia spunta infatti un'intercettazione che riguarda il Colle, dove l'ex super poliziotto Carmine Gallo lascia intendere di essere riuscito a utilizzare abusivamente, o a clonare, un indirizzo di posta elettronica assegnato alla massima carica della Repubblica. «Ho sentito un amico del Campo Volo, mi ha detto: quando la stampi da una stampante non riconducibile a voi. Gli ho risposto che l'abbiamo spedita a venti-trenta persone, più una mail intestata a Mattarella, con nome e cognome. Se vanno a vedere che l'account e intestato al presidente, non vorrei che gli rompano i c...».
Difficile immaginare che il capo dello Stato si metta a scrivere o a rispondere alle migliaia di e-mail che ogni giorno, insieme alle lettere e ai messaggi social, arrivano ai suoi profili.
L'ipotesi più probabile è sia stato
creato un indirizzo specchio, una mail che apparentemente sembra quella del presidente. Questo non diminuisce il livello di «attenzione» con cui si seguono i passi di un'inchiesta che, si sottolinea, «è ancora in corso».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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