Ti arriva addosso come un pugno la raccolta di Tutte le poesie di Bartolo Cattafi, «Un poeta alla Hemingway», come scrisse Giovanni Giudici, che - dice la leggenda - dormiva con la pistola sotto il guanciale, faceva il dandy a Milano, raccoglieva fragole in UK, s'è imbarcato in più di una baleniera, «a Siviglia sfuggii per un soffio alla lama di un gitano geloso della sua splendida e infedele
fidanzata» (parole sue). Fu poeta radicale, sradicato, dai versi ossificati, inadatto ai gorgoglii delle mode («il caso più clamoroso di sottovalutazione critica», scrive Raoul Bruni), geniale. Ora, risorge.Davide Brullo
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