Ma che cosa ha spinto gli italiani di destra ad affidarsi a Berlusconi? Nel suo bel ritratto di Montanelli sul Corriere della Sera , Beppe Severgnini ha sostenuto che la destra italiana voleva cancellare un complesso d’inferiorità e perciò era disposta a seguire chiunque l’avesse fatta vincere, perdonandogli tutto: pressappochismo, incoerenza, interessi personali. C’è del vero in questa tesi. È vero che la destra in Italia soffriva di un complesso d’inferiorità, di persecuzione e prediligeva i vinti; ma, non dimentichiamolo, era davvero condannata all’emarginazione. Perciò molti di destra, vissuti per decenni da proscritti neofascisti, conservatori, cattolici e perfino liberali - o da clandestini nella pancia della Dc, si trovarono finalmente riconosciuti e vincenti con Berlusconi. Ed è un po’ vero che nel nome di quella riabilitazione vittoriosa furono disposti a perdonargli molte cose; non solo quelle che indica Severgnini, ma anche l’egocentrismo e l’indole commerciale, la vena ludica e priapesca del leader showman. Ma che alternative avevano gli italiani di destra a Berlusconi? Assistere inerti e sempre emarginati all’alternativa/ compromesso tra poteri tecnocratici e sinistra? Ripiegare su un movimento radicale, se non estremo, lepenista o ancora ostinatamente nostalgico? O inseguire il fantasma liberale di un partitino tutto ammodo, impeccabile nella teoria ma scarso nei consensi? Tutte ipotesi perdenti e avvilenti. Così la gente di destra si è trovata a tifare per Berlusconi che batteva la sinistra e inseriva la destra nel gioco politico, come nessuno aveva fino ad allora fatto, si rivolgeva espressamente a loro e non offendeva la loro storia, provenienza e sensibilità. Con una beffa aggiuntiva: sdoganati da Berlusconi al governo, i «destri» sono stati poi interdetti e cancellati in quanto alleati di Berlusconi; dopo una vita passata a sentirsi tacciare perché fascisti o reazionari, sono stati tacciati perché «servi berlusconiani » . Non dirò che la gente di destra sia diventata berlusconiana e nemmeno che Berlusconi sia diventato di destra. Dirò che ha preferito Berlusconi ai suoi rivali e col tempo lo ha preferito anche a chi doveva più direttamente rappresentare la destra in Italia. Se poi i principi e le istanze di destra sono scomparsi nonostante i governi Berlusconi, ciò è dovuto principalmente a chi avrebbe dovuto rappresentarli. Berlusconi commercializzava con successo il marchio destra, ma non era lui a produrre i contenuti, non avendo una connotazione politica e culturale. Toccava farlo alla destra, anzi alle destre: cattolica, liberale, sociale, nazionale. Trascinati nel successo da Berlusconi, diventava finalmente possibile a quel punto far pesare quei temi e quei valori. Ma questo, come sappiamo bene, non è accaduto. Chi rimpiange il degrado morale e civile, la mancata rivoluzione liberale e liberista o il deperimento del patrimonio ideale e culturale, nazionale e sociale della destra, dovrebbe prendersela soprattutto con chi pur avendo avuto finalmente la possibilità di costruire una vera destra, viva e presente sull’onda vincente di Berlusconi, si è rifugiato prima nell’accidia, poi nell’astio, infine nell’antiberlusconismo. A volte si liquida la scelta filoberlusconiana della destra con l’opportunismo di una scelta mercenaria: Berlusconi vi ha comprati. Per chi ha costruito la propria vita su scelte, valori, culture contrari al potere dominante, pagandone lo scotto, è un’accusa ingiusta e infame. Se vogliamo parlare di opportunismo perché non citare allora l’opportunismo di quei moderati benpensanti che non hanno avuto il coraggio di scegliere per timore di uscire dal giro, dai patronati e dai canoni vigenti, e in pieno bipolarismo si sono defilati nel manierismo e nel cerchiobottismo? E se fosse anche un po’ colpa loro, inclusi i montanelliani casti e puri, la deriva che ne è seguita? E se fosse colpa pure di chi era sul versante opposto e anziché confrontarsi con la destra civile, con il senso dello Stato e dell’amor patrio, l’ha condannata all’inferno? Per loro l’unica destra da rispettare è la destra dei morti e dei perdenti. Scegliendo Berlusconi gli italiani di destra compirono l’unica scelta possibile per loro.
In alternativa c’era solo il ritiro sul Monte degli Eremiti. Con la Dc l’Italia moderata si turò il naso, come auspicò Montanelli, col fascismo si tappò la bocca, e con Berlusconi chiuse un occhio, o forse due. Ma l’alternativa era peggiore o proprio non c’era.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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