Anche nella settimana appena finita le radio hanno trasmesso più musica italiana che straniera. Non è una novità, visto che questa tendenza è ormai consolidata da anni e si è consacrata grazie al combinato disposto di talent show, ricambio generazionale e aumento degli standard di produzione. Secondo i dati di Earone, nella Top 10 gli italiani sono sei su dieci e 11 su venti nella top 20, a conferma che il repertorio italiano riceve moltissima attenzione dalle radio anche senza alcun sensibile intervento a tutela. Oltretutto, al primo posto ci sono i Pinguini Tattici Nucleari (nella foto il leader Riccardo Zanotti) con Ricordi e loro sono davvero una band che ha saputo imporsi all'attenzione partendo davvero dai localini e dalle piccolissime realtà editoriali. Quando sono arrivati al Festival di Sanremo con il brano Ringo Starr, il grande pubblico nazionalpopolare non li conosceva eppure loro avevano già un Forum di Assago tutto esaurito. Insomma, suonano abbastanza inutili le richieste avanzate recentemente da qualcuno (ad esempio Morgan) di promulgare una legge o comunque un provvedimento che protegga gli artisti italiani dall'«invasione straniera». Vista la situazione, si sono «protetti» da soli reagendo con le proprie canzoni a una crisi che negli anni Novanta era persino clamorosa.
Di certo, le radio italiane rappresentano meno la realtà «indipendente», ossia quella sganciata dalle multinazionali dominanti (Sony, Universal, Warner) e frutto di produzioni generosamente artigianali. Sono generalmente il serbatoio vitale della musica d'autore, ma non solo.
Rappresentano anche il gps della nuova musica, sono l'indicatore delle nuove tendenze e della direzione che, anno dopo anno, prendono le nuove generazione. Se c'è da pensare un intervento normativo (comunque a mio parare sconsigliabile) è tutt'al più in questa direzione.
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