La Rai tappa i buchi Ecco i papà gay al posto della Dandini

Al posto della defenestrata conduttrice di Parla con me la Tv di Stato non ha ancora deciso cosa mettere. Mercoledì prossimo andrà in onda un documentario sulle famiglie con genitori gay...

La Rai tappa i buchi 
Ecco i papà gay 
al posto della Dandini

nostro inviato a Torino

Intanto mercoledì della prossima settimana andrà in onda un documentario sulle famiglie con genitori gay. Che, vista la fame di argomenti più vicini alla sensibilità della platea di sinistra, non farà troppo rimpiangere l’ultima icona del popolo orfano di Serena Dandini. Perché al posto della defenestrata conduttrice di Parla con me, nelle quattro seconde serate (dal lunedì al giovedì) del terzo canale, la Tv di Stato non ha ancora deciso cosa mettere. Non solo perché la decisione del cda Rai di bocciare il talk è di pochi giorni fa, ma anche perché non è stato ancora scelto il nuovo direttore di Raitre al posto di Paolo Ruffini che dal 10 ottobre andrà a dirigere La7. È il vice direttore generale Antonio Marano, nella conferenza stampa di apertura del Prix Italia, il premio internazionale televisivo in corso a Torino fino a venerdì, a spiegare che per ora si andrà avanti con una «programmazione estiva», che non vuol dire «poco studiata». Insomma, al lunedì andrà in onda un film, al martedì la trasmissione dedicata alla Champions, il mercoledì e giovedì documentari sociali. Tra cui, appunto, Il lupo in calzoncini corti che ha seguito per due anni la vita di alcuni bambini con genitori gay, già andato in onda sul terzo canale. Ma, la Rai, che ha messo alla porta alcuni pezzi importanti del palinsesto (da Santoro e Dandini a Saviano) come coprirà questi importanti vuoti e affronterà una stagione particolarmente complessa e resa ancora più difficile dall’agguerrita concorrenza de La7 e delle satellitari? Il vice direttore generale, sui punti critici, non vuole o non può rispondere e demanda, forse un po’ semplicisticamente, ai direttori di rete presenti e futuri. Paragone al posto di Santoro? «Pur ritenendolo un talk equilibrato come si è dimostrato giovedì scorso, allo stato attuale non è in grado di affrontare un target da prima serata». Dunque cosa andrà in onda? «Lo deciderà il neo direttore Pasquale D’Alessandro, comunque da gennaio è confermato uno spazio informativo di prime time». Allo studio per la seconda serata di Raidue, dall’inizio del prossimo anno, c’è invece una trasmissione d’approfondimento che dovrebbe chiamarsi Numbers e che, partendo da alcuni dati come quelli demografici o economici, racconterà l’Italia con un linguaggio moderno e un po’ diverso dal solito. In generale, il vice direttore Marano è convinto che la chiave per mantenere la Tv di Stato forte e concorrenziale si trova nelle reti tematiche che sono riuscite a incrementare notevolmente i punti di ascolto e che rappresentano il vero «servizio pubblico». In effetti, se si vogliono trovare belle trasmissioni, bisogna migrare sui canali tematici. Un esempio ne è Crash, presentato qui a Torino: si tratta di racconti suggestivi e approfonditi delle realtà italiane come un viaggio lungo il Tevere e uno nelle zone grigie napoletane viste attraverso le canzoni neomelodiche (in onda domenica su Rai Storia alle 23 e firmato da Valeria Coiante).

Il programma fa parte della struttura di Rai Educational, guidata da poche settimane da Silvia Calandrelli, che si presenta a Torino con tecnologie modernissime come l’applicazione su i-phone e i-pad di una serie di clip dedicati al Prix Italia (si possono vedere filmati firmati da Carlo Alberto Chiesa o Ugo Gregoretti). Spunti bellissimi, ma la strada per ottenere forti risultati dalle tv digitali è ancora lunga. Per salvare la Tv di Stato ci vuole qualcuno che raggiunga i cinque, sei milioni di spettatori di Santoro: chi si candida?

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