Rauschenberg e una trementina molto pop (art)

Considerato uno dei più grandi artisti americani della seconda metà del Novecento, Robert Rauschenberg (nato in Texas nel 1925) ha sicuramente dimostrato di possedere un’inesauribile capacità inventiva. Circa 20 sue grandi composizioni, risalenti agli anni Settanta e Ottanta, sono in mostra fino al 5 giugno nella Galleria Mucciaccia (piazza d’Aracoeli 16). A parte un assemblaggio in ferro del 1987 (Salsa verde Glut), sono tutte opere realizzate su un supporto in carta o in stoffa, sul quale sono trasferite diverse immagini e inserti di vari materiali, che vanno dai giornali alle matite, dai righelli alle cravatte. Emulando le leggi del consumismo, i meccanismi di ricezione passiva e il reiterato uso di immagini, Rauschenberg riesce a colpire l’immaginario collettivo con un gusto squisitamente pittorico e una carica espressiva volutamente esibita. Anche l’oggetto più banale acquista una nuova dignità e contribuisce a costruire un paesaggio urbano in continua trasformazione. Questo perché, secondo le parole dell’artista, «la pittura è in rapporto sia con l’arte che con la vita». Le opere in mostra documentano l’intensa attività di un artista sempre pronto alla sperimentazione estetica, evidenziando la sua vicinanza alla pop art, anche se ufficialmente non ha mai fatto parte di nessun gruppo. Una tecnica particolare, utilizzata per esempio in Ringer, in Truth o in Crops, consiste nello strofinare con trementina un’immagine, che viene poi posizionata nello spazio con un effetto evanescente.

A partire dagli anni Settanta la pittura di Rauschenberg assume un timbro cosmopolita; in particolare in Light, Change, Truth è evidente lo scambio interculturale con la Cina per via dell’uso di ideogrammi cinesi e di marchi rossi, che nell'arte cinese antica indicano il proprietario dell’opera. Orario: da lunedì a sabato 10-13.30; 15.30-19.30

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