(...) dell'impiegato, negligenza del singolo? No, niente di tutto questo, perché a firmare a Tursi ci abbiamo inutilmente provato anche noi, e dopo innumerevoli e differenti risposte, la spiegazione al niet è stata la seguente: «Da oggi non è più possibile firmare - spiega il signor Argentin, building manager del palazzo - questo ci ha riferito la responsabile della segreteria generale». Solo che, direttive da parte del sempre efficientissimo ufficio stampa del Comune non ne sono arrivate. Nessuno è stato informato. Nessuno sapeva della scadenza anticipata e nessuno, per giunta, sapeva riferire dove e quando è ancora possibile firmare ai banchetti. Di più, nessuno, neppure allo sportello dei cittadini, riferiva che firmare è ancora possibile negli uffici di corso Torino.
Ma andiamo con ordine, e partiamo dalla rabbia di Adelina: «Mi sono sentita lesa nei miei diritti e presa in giro - dice al Giornale la donna - perché certe volte, se vedono due anziane con i capelli bianchi, forse qualcuno pensa che non ci stiano più neanche con la testa». E preso in giro mi sono sentito anch'io, che capelli bianchi non ne ho, perché alle 11.40 chiamo lo sportello del cittadino, e chiedo: dove è possibile firmare? «A Tursi, al sesto piano» è la risposta. Gli orari coincidono. Allora chiedo, ma fino a quando è possibile firmare? Attesa. Si sentono voci e discussioni tra gli operatori e poi: «Da oggi non è più possibile». Come, ma non è il 24 l'ultimo giorno disponibile?. Sì che lo è, anche se il Comitato promotore nazionale ha chiesto ai Comuni di accelerare la procedura e di iniziare a inviare la modulistica senza aspettare gli ultimissimi giorni. Ma la risposta è un'altra: «Questa mattina era il termine massimo, ma ormai, mi spiace, non fa più a tempo».
Al che, mi reco a Tursi, e insisto. Il rifiuto è stato netto, ma la motivazione differente: «Non possiamo farla accedere alla segreteria generale. C'è stato riferito che sono terminati i moduli. Consulti il sito www.referendumelettorale.org e si rechi presso uno di quei banchetti indicati». In realtà c'erano dei bigliettini con numeri di telefono del comitato promotore a cui rivolgersi, ma poi si scoprirà che tali bigliettini vengono consegnati solo alle persone anziane. E pazienza se la settantenne signora Lombardo, di bigliettini non ne ha ricevuto alcuno. A quel punto, dico di essere un collaboratore del Giornale e partono le spiegazioni: i responsabili della «reception» vengono contattati e iniziano a indagare. Prima dicono che sono finiti i moduli e non c'è il tempo tecnico per richiederne altri, ma volendo si può andare agli uffici in corso Torino. Poi, invece, che per disposizioni interne al Comune di Genova non è più possibile perché da oggi il personale è impiegato nel controllo delle firme e che quindi non è possibile firmare neppure nell'altra sede comunale. E lì, in corso Torino, non ci resta che andare. Sono le 14.40 e il portone è socchiuso. Un cartello indica il nuovo orario estivo, e la chiusura pomeridiana è garantita. Una signora prova a entrare e si lamenta: «Sono venuta questa mattina e nuovi orari non erano esposti». Inutile. Tento anch'io, e presentandomi come collaboratore del Giornale, chiedo se lì è ancora possibile firmare per la richiesta di referendum. La risposta è sì. Il portone si apre e la spiegazione è la seguente: «Certo, per la firma del referendum, si può».
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