Referendum sul nucleare L'allarme del premier: le bollette alle stelle

"I costi dell’energia superiori del 40% a quelli della Francia". Ma la sinistra esulta. Il ministro per lo Sviluppo economico: "La decisione della Cassazione desta assoluto stupore"

Referendum sul nucleare 
L'allarme del premier: 
le bollette alle stelle
Negli ambienti governativi, la decisione della Cassazioni di dire sì al referendum contro il nucleare ha suscitato stupore. "Governo e Parlamento hanno abrogato tutte le norme che consentivano l’installazione di centrali nucleari. La decisione della Cassazione desta dunque assoluto stupore". È quanto sostiene il Ministro per lo Sviluppo Economico, Paolo Romani. "Bisognerà attendere le motivazioni della decisione dell’Ufficio Centrale della Corte - ha proseguito - ma è evidente che formulare un quesito con il titolo Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare, in assenza di una norma che consenta il ritorno all’atomo, è una scelta che può solo creare confusione nei cittadini". "La sentenza cambia, tra l’altro, la natura del referendum introducendo un nuovo quesito, che rischia di cancellare non il ritorno all’atomo, che non è in discussione, ma il coordinamento in sede europea sul tema della sicurezza e, cosa ancor più grave, la possibilità di elaborare una strategia energetica per sopperire al fabbisogno del Paese anche con fonti alternative", ha concluso il Ministro Romani, evidenziando ancora che il voto "non è più su nucleare sì/nucleare no - già abrogato, ribadisco, dal governo - ma può avere l’unico effetto di lasciare il Paese con un vuoto normativo sulla costruzione del futuro energetico del Paese".

Il Pdl attonito "I promotori del referendum chiedevano di abrogare le norme sulla localizzazione e realizzazione delle centrali nucleari. Queste norme sono state già abrogate, non esistono più". È il commento del deputato del Pdl Peppino Calderisi. "Invece di prendere atto del pieno accoglimento della richiesta referendaria, la Cassazione ha deciso di trasferire il quesito su due commi che dicono tutt’altro. Il primo (il comma 1 dell’art. 5) riguarda l’acquisizione di evidenze scientifiche sulla sicurezza nucleare. Il secondo (il comma 8 dell’art. 5) non cita neppure la parola nucleare, ma prevede che il governo adotti la Strategia energetica nazionale, un atto senza alcun valore cogente, che necessita cioè di nuove leggi per essere effettivamente realizzato". "Insomma, il referendum riguarda ora la soppressione degli approfondimenti scientifici sulla sicurezza (avendo oltretutto numerose centrali nucleari in funzione a pochi chilometri dalle nostre frontiere) e il nuovo piano energetico nazionale, come se l’Italia potesse restarne privo". Non conosco le motivazioni della decisione, ma appare evidente che la Cassazione ha di fatto trasformato l’istituto del referendum da strumento per abrogare norme di legge in vigore ad un processo alle intenzioni del governo. Cosa abbia a che fare tutto questo con le ragioni del diritto non è dato di comprendere".

L'avvertimento del premier  "I costi dell’energia, in Italia, sono del 40% superiori a quelli della Francia, dove esistono impianti di energia nucleare". È quanto ha sottolineato Silvio Berlusconi nel corso di un incontro con la presidente dell’Argentina Cristina Kirchner, secondo quanto riferito dalla stessa Kirchner nel corso di un convegno a Roma con un alcuni tra i principali imprenditori italiani.

"So che è un argomento molto discusso in Europa ma noi stiamo ultimando la nostra quarta centrale e, con le dovute misure, credo che l’energia nucleare sia sicura e a basso costo", ha spiegato la Kirchner alla platea di imprenditori.

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