L'Unione delle Camere penali tuona contro l'invadenza del Csm. Il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, "invoca una prassi consolidata per cui il Csm avrebbe
il diritto di esprimersi su ogni proposta di legge che riguardi i magistrati. È vero, la prassi c’è, ma si tratta di
una prassi anomala, illegittima e sempre censurata dall’Unione delle Camere Penali Italiane", hanno
denunciato i penalisti in un documento sottoscritto dalla giunta dell’Ucpi, dopo la convocazione straordinaria
della Sesta Commissione di Palazzo dei Marescialli per esprimere un parere sulla norma riguardante la
responsabilità civile delle toghe.
L’Ucpi fa inoltre notare che il Csm ha "il diritto-dovere di esprimersi su proposte e disegni di legge ogni volta che il
parere venga richiesto dal Ministro della Giustizia: e questa volta, come tante altre volte in passato, il
Ministro non gli aveva chiesto un bel nulla".
Degenerazione istituzionale La verità, secondo i penalisti, è che il Csm, "in una
degenerazione istituzionale che prosegue ormai da molti anni, intende interloquire preventivamente col
Parlamento, ponendosi come vera e propria terza Camera a presidio della intoccabilità della magistratura.
Così perpetuando la funzione conservatrice della casta dei magistrati".
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