Milano - La moglie l'aveva lasciato, lui non riusciva ad accettarlo. L'ha aspettata sotto casa. Con una pistola. Ha fatto fuoco e poi si è tolto la vita. Sarebbe un movente passionale, secondo le prime informazioni, la causa dell'omicidio-suicidio avvenuto a Rho, cittadina industriale dell'hinterland milanese. I due, entrambi 34enni e con due figli, da un po' di tempo vivevano separati.
Sotto casa Questa mattina prima delle 8 in via Vincenzo Bellini vicino al centro della città, Piero Amariti ha estratto una pistola e e ha ucciso la moglie, Cristina Messina. Poi si è tolto la vita sparandosi. L'omicidio-suicidio è avvenuto sotto la loro casa. Un vicino ha raccontato di aver sentito tre colpi di pistola. Ha anche detto che la coppia era molto riservata. La zona è stata transennata: la piccola via dove si è verificato il tragico fatto di sangue è chiusa al passaggio.
I figli in casa La donna era uscita con uno dei suoi due figli e con sua sorella ed era salita in macchina. Il marito la aspettava e le ha chiesto di scendere dalla macchina per poi ucciderla con tre colpi, due dei quali alla testa, con un revolver calibro 357 detenuto illegalmente che poi ha usato per uccidersi con un colpo alla testa. La coppia aveva due figli: un maschietto di sei anni, una femminuccia di 3-4 anni. Amariti lavorava in un’agenzia di pratiche auto, mentre la moglie Cristina lavorava in un bar-trattoria di fianco alla concessionaria del padre. Sembra anche che da tempo vi fossero cattivi rapporti tra genero e suocero. Da qualche tempo i due coniugi erano separati e il fatto di sangue è avvenuto sotto la casa familiare dove viveva solo la moglie con i figli.
La dinamica Piero Amariti avrebbe fatto uscire la moglie Cristina Messina dalla sua Citroen C5 e subito dopo le ha sparato due colpi che l’hanno raggiunta uno alla testa e l’altro alla gola. Un proiettile ha poi colpito la portiera della macchina. Quindi l’uomo ha rivolto la pistola a tamburo, una 357, alla testa e si è sparato. Entrambi sono morti all’istante.
Una denuncia Lei "l’aveva già denunciato un paio di settimane fa, lui l’aveva minacciata di morte con una pistola, ma o non le hanno creduto o comunque non è stato fatto niente". Lo ha detto una signora, in evidente stato di shock, che si è qualificata come "parente stretta" e che poi è stata fatta entrare in via Bellini per il riconoscimento dei corpi della coppia. La donna ha solo aggiunto: "Il vero problema è che ora lei non c’è più". In realtà il marito aveva minacciato di suicidarsi e per questo Cristina Messina lo aveva denunciato. L'uomo, sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio (Tso) all'ospedale di Rho, era stato giudicato non affetto da disturbi. I due coniugi avevano avuto una violenta lite durante la quale l’uomo, Piero Amariti, aveva minacciato di togliersi la vita e, secondo la parente, di uccidere anche la moglie.
Esami Per questo la donna, lo scorso 30 giugno, aveva presentato una denuncia alla polizia di Rho, con gli atti che passarono in procura il giorno dopo.
In attesa di decidere un provvedimento restrittivo nei suoi confronti, la procura aveva deciso di sottoporre l’uomo a Tso e autorizzò la polizia a perquisire l’auto della coppia. In quell’occasione non venne trovata alcuna arma. La pistola usata questa mattina dall’uomo per uccidere la moglie e suicidarsi è risultata infatti detenuta illegalmente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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