Prendi un attore. Lo togli dalla comfort zone del divismo, delle berline con autista, delle diete studiate dal nutrizionista, dei red carpet e degli autografi. Gli affianchi uno chef famoso e lo coinvolgi in un viaggio disagevole in una regione remota, a caccia di incontri e di cibi autentici. Infine lo piazzi in cucina a realizzare una cena per lo chef stesso e per i colleghi coinvolti nel progetto. È questa l'idea di Dinner Club, gastroviaggio televisivo (in gergo si chiama food travelogue) prodotto e distribuito da Prime Video, dove da venerdì 17 saranno disponibili le quattro puntate della seconda stagione, a cui seguiranno una settimana dopo, dal 24, due episodi speciali «da camera» denominati «After Dinner» in cui i protagonisti gigioneggeranno dopo le cene.
Quattro i viaggiatori per caso, tutti molto popolari: nel primo episodio Paola Cortellesi è in giro nella Sila, in Calabria, a bordo di una Panda 4x4; nel secondo Antonio Albanese viaggerà per il Sud Tirolo muovendosi su un camioncino scalcagnato da lui ribattezzato «La Soppressata»; nel terzo Luca Zingaretti farà una «zingarettata» in Romagna; infine nel quarto viaggio Marco Giallini esplorerà la Sicilia Orientale. In tutti e quattro gli itinerari Carlo Cracco, ormai consolidato telecuoco fa da Caronte ai suoi compagni di viaggio, messi di fronte a situazioni imprevedibili e spesso diagiate: guadi di ruscelli, bagni di pino mugo, incontri con streghe e cercatori di funghi, balli di liscio, confraternite. Naturalmente uno spazio importante del format è dedicato al cibo: non quello patinato da Michelin, ma quello vero che si annida nelle pieghe della provincia italiana. Anche quello meno attraente. «Quando mi avevano chiesto cosa non potessi o non volessi mangiare - racconta Zingaretti - avevo segnalato che mangio quasi tutto ma non le interiora, e soprattutto il cervello. Poi mi sono visto rifilare una cosa e mi hanno detto mangia, ti piacerà. Ebbene era cervello, però era cucinato da Carlo e non l'ho riconosciuto. E comunque, oh, mi è piaciuto». Ma c'è anche chi, come Giallini, si lamenta di aver mangiato troppo poco: «Tu stai lì e vedi tutto 'sto cibo e credi di magna', ma poi te dicono stai lì, mettite là, annámo, è finita! e io mi dovevo fa' 'ma sportina pe' mette qualcosa sotto i denti».
Le guest star di Dinner Club sono due protagoniste della prima stagione, Luciana Littizzetto e Sabrina Ferilli, quest'ultima autonominatasi «vincitrice della prima edizione», anche se nel format non è prevista una gara. Vincitrice morale, quindi. Sabrina e Luciana giocano a fare le «badanti» di Cracco e compaiono solo al momento delle cene, quelle che concludono le quattro puntate e nei «dopocena» delle due puntate bonus.
Cracco sembra divertito dell'esperienza, e incassa le prese in giro degli attori sul suo senso dell'umorismo «diverso» manifestato in molti momenti dei viaggi. «Carlo, io ho imparato a volerti bene - gli dice affettuosamente la Cortellesi - e le persone che ti vogliono bene le riconosci perché ti dicono la verità. Ebbene, quelle che tu pensi siano delle battute non lo sono. Sei un bravissimo chef, ma la comicità non è cosa per te». E la Ferilli: «Io sono una a cui più le cose sono in basso più piacciono, e infatti mi piacevano perfino le battute di Carlo».
Alla fine per pranzo ci servono quattro piatti cucinati nel corso della serie dagli attori (ma ieri realizzati da chef professionisti): Cuore di carciofo gratinato al forno con pecorino di fossa
(Zingaretti, voto 6,5); Arancino allo zafferano (Giallini, voto 5); Uramaki con caciocavallo silano (Cortellesi, voto 5); Cazzata dell'imperatore (Albanese, senza voto). Meglio da attori, ma non c'era da farsi venire il dubbio.
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