Ma che fine hanno fatto i lunedì di Fabio Fazio? Il conduttore avrebbe dovuto allungare la sua creatura Che tempo che fa oltre il weekend per realizzare la tripletta sabato-domenica-lunedì. Anzi, nel primo giorno della settimana avrebbe dovuto allargarsi in prima serata andando in onda fino alle 22,30. Invece il progetto, che avrebbe dovuto partire dal 20 febbraio, è stato rinviato a settembre. Si faranno solo una o due puntate sperimentali per verificare la risposta degli spettatori. Poi si attenderà la prossima stagione. Certo, di primo acchito, ci si chiede come mai il presentatore e la rete, Raitre, che tanto avevano insistito per moltiplicare il talk (nonostante i vertici Rai non facessero i salti di gioia) siano tornati sui loro passi? Verrebbe da dire che il presentatore si voglia risparmiare in vista dellimportante appuntamento che lattende a maggio sulla rete concorrente, La7, dove con Roberto Saviano riproporrà, in una diversa versione, Vieni via con me che tanto successo ebbe la scorsa primavera su Raitre. Tra laltro pure Saviano si sta risparmiando in vista dellavvenimento: lo scrittore avrebbe dovuto realizzare alcune speciali su La7, senza Fazio, in primavera, anche questi volatilizzati.
Da Raitre ufficialmente si spiega che si è deciso di rinviare per preparare meglio il programma, per allestire una scenografia più ricca e in attesa di avere uno studio occupato solo da Che tempo che fa in modo da non dover smantellare tutto ogni volta. Certo è che pare un po strano che presentatori e dirigenti che hanno spesso lamentato di essere vittima di tentativi da parte dei vertici aziendali di limitare, bloccare o addirittura chiudere spazi di programmi (notoriamente percepiti come di sinistra), decidano di non usufruirne quando sono stati previsti in palinsesto. Quindi delle due luna: o Fazio si auto limita o qualcuno lo vuol limitare.
In ogni caso, non cè che attendere la prossima stagione per vedere in onda il più grande talk durante e dopo il weekend. Nel frattempo lo vedremo su La7: risultato del più assurdo accordo della storia della Tv, un presentatore prestato ad un altro canale per fare uno show nato in casa propria e regalato alla concorrenza.
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