Kbirr, l’identità napoletana della birra

Il birrificio artigianale di Fabio Ditto da sempre punta forte sui simboli più popolareschi della città partenopea lancia ora una linea più social e internazionale che interpreta con rigore e personalità gli stili più amati: Helles, IPA, Red Strong, Blanche e Strong Lager. L’obiettivo è avvicinare il grande pubblico a un prodotto di qualità e conquistare il mercato globale, partendo dalle comunità partenopee

Kbirr, l’identità napoletana della birra
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In un momento in cui l’universo della birra artigianale segna un po’ il passo, forse a causa di certi eccessi “geek” che lo hanno chiuso in una bolla per pochi, va segnalata l’azione in controtendenza di Kbirr, la birra artigianale napoletana, che punta sempre più forte sull’identità locale e di essa armata va alla conquista dei mercati internazionali puntando sul grosso pubblico con una linea di prodotti, la People, che vuole parlare a tutti, super-appassionati ma anche consumatori occasionali, con cinque birre ispirate ciascuna a uno stile differente, tutte con forte caratterizzazioni ma senza eccessi espressivi. Birre che celebrano il know how napoletano e italiano all’interno della griglia costituita dagli stili brassicoli più diffusi e amati a livello internazionale.

La nuova linea People è stata presentata qualche giorno fa al CAM di Casoria, bizzarro caso di museo di arte contemporanea di provincia, ignorato dal circondario ma assai noto in tutto il mondo, anche grazie a gesti di provocazione artistica con cui il direttore Antonio Manfredi è riuscito negli anni ad attrarre le attenzioni della stampa internazionale per cercare di scongiurare la più volta minacciata chiusura dello spazio, come il rogo quotidiano di opere d’arte diventato virale in tutto il mondo. Uno spazio scelto da Fabio Ditto, fondatore e amministratore di Kbirr, anche perché il marchio napoletano ha familiarità con l’arte: le sue etichette sono disegnate da artisti locali (quelle della linea People da Enzo Ionà di Brandmarket) reinterpretando i simboli della napoletanità più popolaresca ma in modo intelligente e Ditto ama circondarsi di opere d’arte in tutti i luoghi in cui opera, nel moderno birrificio a Giugliano come nell’appena inaugurato Officine Kbirr, il ristorante gastronomico (potete anche chiamarlo “tapas birr”) che fa dialogare il cibo con le etichette del marchio partenopeo. Ci ho mangiato e ve ne parlerò tra qualche giorno.

E veniamo alle birre. Le cinque etichette della linea People, ciascuna in vendita a 3,49 euro la bottiglia da 33 cl nello shop online dell’azienda (birrakbirr.com) sono la Helles, una lager dorata, fresca e beverina, perfetta per ogni occasione; l’IPA (Indian Pale Ale), dorata e profumata, con intensi sentori agrumati e un finale piacevolmente amaro; la Red Strong, corposa e avvolgente, con note caramellate e un’anima decisa; la Blanche, leggera e speziata, con delicati sentori di agrumi e coriandolo; e la Strong Lager, forte e strutturata, un omaggio ai grandi classici della tradizione brassicola europea. Ogni birra è realizzata con malti di alta qualità di differenti varietà, con luppoli pregiati provenienti da coltivazioni di eccellenza, e con acqua pura (è questo un ingrediente spesso trascurato nella produzione di birre).

La linea People è l’evoluzione naturale e cosmopolita della linea Pop, nata per celebrare la cultura napoletana attraverso simboli iconografici e apotropaici, corni e sangennari, e divenuta con gli anni un emblema di appartenenza e riconoscimento per le comunità napoletane sparse nei cinque continenti, che sono lo zoccolo duro dei

consumatori del marchio. I nomi sono una manifestazione di intenti molto chiara: Natavota, Jattura, Paliata, #Cuoredinapoli, Cap’e fierro, Pullicen’Hell: c’è anche la Assafà Natavota dedicata al terzo scudetto del Napoli calcio.

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