«Indossate vestiti idonei: sciarpa, guanti, cappello, e un caldo soprabito». Così recita l'ottavo comandamento del Consiglio dei Ministri, in un decalogo di questi giorni sul suo sito-web. Ripararsi dal freddo sarebbe, evidentemente, un obiettivo da marcare stretto con l'arma (infallibile e mai troppo consigliata) del buonsenso. Ma il gelo siberiano che sta imbalsamando l'Europa non ci ha trovati sprovvisti di indumenti «caldi», nei quali sigillarci: magari recuperando un gusto ancestrale per la lotta al nemico. E magari, con un rassicurante gusto demodé.
Il primo accessorio riesumato è l'indimenticabile paraorecchie. Le cuffie (spesso imbottite di eco-pelliccia) indossate ormai quanto i cappellini di lana. Un dettaglio retrò e super pratico: strategico, raccontano i teenager, l'inserimento degli auricolari da musica o cellulare. Niente affatto riservato alla clientela femminile: soprattutto se, strade sgomberate da neve e ghiaccio, si ricomincerà a pedalare controvento per le strade della città. Perfino Chanel e Louis Vuitton hanno reinventato in chiave più personale le cuffie da neve.
E come scordarsi del vecchio piumino? Altro che fuori moda: si sono viste per strada signore che lo strizzano nel punto vita con un cinturone, rinverdendo il trend degli anni '70, e si sentono come nuove. Mai come in questa nevicata la gente ha sposato le tendenze di ritorno intuite dalle case di moda. Nelle vetrine rispolverato il parka: un genere di cappotto che l'esercito americano vestiva durante la seconda mondiale, ma che è nato in Russia sotto le pellicce di foca, volpe e orso polare.
Testa, torso, mani e piedi. Per gli arti superiori più freddolosi, l'inverno allitaliano ha visto fiorire guanti-manicotto che abbiamo imparato a conoscere tra le scene di Piccole Donne. Avvolgono la pelle fino ai gomiti e fasciano i palmi delle mani scoprendo (ma anche no) solo le dita. Qualche casa di moda li ha riscoperti. Ma sul web impazzano le ricette per costruirseli in casa, i guanti-manicotto. E anche solo i guanti, o anche solo il manicotto: la grande tasca di lana che vive di vita propria dai tempi di Rossella O'Hara.
Ma, se è il turno delle scarpe, è il modello Neanderthal quello più gettonato da chi si è gettato nella tormenta con un occhio allo stile. Gli stivali col pelo (non quelli in cui il pelo imbottisce: quelli che i ciuffi li sputano allesterno) fanno tendenza meglio che tra gli yeti. Le passerelle più recenti ne avevano fatto un must anche primaverile e autunnale e in tanti abbiamo obbedito al comando delle griffe.
Eccentrica, imbevuta di memoria, trasversale e a buon mercato: la psicosi da gelo ci è letteralmente sbocciata addosso.
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