Robin Hood non basta più, Little John, Frate Tuck e la banda sono un manipolo troppo poco nutrito per combattere contro il destino. Perchè la foresta di Sherwood è in pericolo e il nemico non è più lo sheriffo di Nottingham ma il premier d'Inghilterra. Che non ruba ai poveri per dare ai ricchi ma deve fare quadrare il bilancio in tempi di crisi e medicare i conti pubblici in rosso. Colpa del ministero dell'Ambiente che, costretto a dover risparmiare il 30 per cento delle sue risorse, si è messo in testa di vendere ai privati una bella fetta del patrimonio forestale inglese compresa appunto la leggendaria Foresta di Sherwood, un'oasi di 423 chilometri quadrati nella contea del Nottinghamshire meta ogni anno di almeno mezzo milione di turisti. Scatenando una rivoluzione di popolo, ma anche e soprattutto di vip.
Da Annie Lennox a Judy Dench, da Julian Barnes a Vivienne Westwood: cento celebrità si sono unite in un appello per salvare Sherwood e le altre foreste del demanio britannico minacciate dalla privatizzazione. «La vendita delle foreste è un atto miope e incosciente», hanno scritto i Cento in una lettera aperta al governo di David Cameron, appoggiando così la campagna di protesta «Save England's Forests», che non perde occasione di rinfacciare a Cameron la promessa di guidare il governo «più verde» nella storia della Gran Bretagna. La privatizzazione dei boschi demaniali è comunque indigesta alla maggior parte dei britannici: un sondaggio pubblicato in questi giorni ha rivelato che più di sette sudditi di Sua Maestà su dieci è contrario alla vendita.
Lo Stato ha la proprietà di circa 250 mila ettari di terreni in Gran Bretagna, che includono la New Forest, la Forest of Dean e parte della foresta di Sherwood che fa gola a molti soprattutto agli immobiliaristi che sognano alberghi e campi di golf, alla faccia della la «Major Oak», la quercia vecchia di mille anni che dava rifugio all'eroe che rubava ai ricchi per dare ai poveri. Il governo vuole venderne il 15 per cento, per rastrellare fino a cento milioni di sterline, nonostante la Magna Charta dal 1215 stabilisca che le foreste sono sacre e inviolabili. Ma non è solo Robin Hood a tremare.
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