È stato un lunedì nero per il trasporto pubblico. Undici linee soppresse e autisti costretti ad incrociare le braccia in attesa di potersi rimettere al volante della propria vettura.
Eppure ieri non c’era in programma nessuno sciopero. La mobilitazione, quella vera, è stata indetta il prossimo 20 giugno, per protestare contro l’assenza di aria condizionata su alcuni dei mezzi in circolazione. Una circostanza che, con le temperature roventi degli ultimi giorni, rende impossibile la vita ad autisti e passeggeri. Per questo lunedì, a causa dei condizionatori rotti e dei radiatori in tilt, ad essere soppresse sono state ben undici linee che attraversano la Capitale.
A farne le spese, ancora una volta, è la mobilità capitolina. Su un totale di 1020 vetture ieri alle 15 circolavano soltanto 450 autobus secondo le cifre rese note da La Repubblica. Tutte le altre erano ferme nelle rimesse. Ancora una volta nel mirino c’è l’anzianità della flotta che rende inutili le riparazioni. Quando i mezzi sono così vecchi basta una buca far saltare l’impianto, spiegano dal sindacato a Repubblica. Con i 70 bus acquistati da Tel Aviv che restano al chiodo per i problemi con l’immatricolazione e i 227 bus che dovrebbero arrivare dalla Turchia che ancora non si vedono, l’alternativa è solo una: lasciare le tratte sguarnite.
E per i sindacati che hanno indetto lo sciopero di giovedì
prossimo ci sarebbero anche situazioni come questa alla base dell’escalation di violenza degli ultimi mesi contro i conducenti, costretti sempre più spesso a fare i conti con i passeggeri imbestialiti dal servizio scadente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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