Quella fronda grillina contro la Raggi nell'ex feudo dei Cinque Stelle

L'ordinanza urgente con cui la Raggi ha dirottato mille tonnellate di rifiuti al giorno verso la discarica di Civitavecchia imbarazza i grillini: "Ci opporremo"

Quella fronda grillina contro la Raggi nell'ex feudo dei Cinque Stelle

Nessuno poteva prevedere che Giuseppe Sinibaldi, dipendente della discarica di Colleferro, arrivato a un passo dalla pensione, sarebbe morto sul posto di lavoro. E nessuno poteva prevedere le conseguenze: l’interruzione totale del servizio fino a data da destinarsi. Ma tutti sapevano che quel sito, dove Roma scarica ogni giorno più di mille tonnellate di rifiuti, era comunque destinato a terminare il suo ciclo a fine anno. C’è scritto nero su bianco in una delibera della Regione Lazio che risale addirittura al 2016.

Per questo, se non ci fosse di mezzo una tragica fatalità e una città che rischia di essere sommersa dall’immondizia, verrebbe quasi da sorridere vedendo la Raggi che firma un’ordinanza urgente per sopperire allo stop di Colle Fagiolara. La verità è che in questi anni di palleggi di responsabilità Campidoglio – Pisana non sono ancora state individuate soluzioni alternative alla discarica di via Paliense che non siano emergenziali. E allora sarà il Comune di Civitavecchia a pagare per tutti. L’atto di imperio con cui la prima cittadina ha dirottato verso Fosso del Crepacuore mille tonnellate di rifiuti al giorno per due settimane è arrivata senza preavviso.

Non ne sapeva nulla la Mad, società privata proprietaria dell’impianto, che ha già fatto sapere di non poter assecondare le pretese di Roma. Nella discarica civitavecchiese (dove Ama conferisce già 300 tonnellate al giorno) c’è spazio solo per duecento tonnellate. Non ne sapeva nulla neppure il sindaco leghista Ernesto Tedesco, che ci tiene a mettere le cose in chiaro: “Non possiamo diventare la pattumiera di Roma, come amministrazione – dice con fermezza – faremo tutto quello che è in nostro potere per impedire che si possa perpetrare questo scempio”. “Ho preso atto – aggiunge – dell’irriverenza istituzionale della sindaca Raggi, che non si è neppure scomodata ad alzare il telefono per avvisarmi”.

Ma quello che stupisce di più è che della trovata della prima cittadina non ne erano al corrente neppure i Cinque Stelle. In questo comune del litorale laziale i grillini hanno governato per cinque anni con un sindaco, Antonio Cozzolino, che viene proprio dall’attivismo ambientalista. Tanto che nei dieci punti del programma con cui nel 2014 il Movimento ha vinto le elezioni non mancava quello dedicato alla tutela di ambiente e salute. Un’impostazione inconciliabile con l’arrivo di decine e decine di camion carichi di immondizia romana. Così il gruppo consiliare del Movimento si è visto costretto a prendere posizione con una nota: “Civitavecchia – si legge – non può essere la soluzione per i rifiuti di Roma”.

Scorrendo il comunicato c’è anche un passaggio che suona come una bocciatura a tutto tondo delle politiche adottate sin qui dalla prima cittadina della Capitale: “Roma deve gestire correttamente i propri rifiuti – prosegue il comunicato – il che significa portare la differenziata almeno al 65 per cento e realizzare quanto prima una discarica nei confini comunali da 200mila tonnellate all’anno di rifiuti trattati senza cercare spazi altrove”. Insomma, la faccenda sembra aver indispettito non poco i portavoce locali, che a giugno scorso hanno visto sfumare la possibilità di rimanere al governo della città senza neppure riuscire ad andare al ballottaggio. E c’è persino qualcuno che è pronto a fare le barricate pur di scongiurare l’effetto boomerang. È il caso del consigliere grillino Enzo D’Antò.

“In queste ore abbiamo avviato un’interlocuzione con la Raggi che spero possa portare a un ripensamento, altrimenti – dice – ci faremo sentire con picchetti e manifestazioni”.

Un’idea simile a quella messa in campo da Matteo Salvini: “Se il problema non dovesse rientrare – ha annunciato ieri – sono pronto a sedermi in mezzo alla strada per bloccare i camion”.

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