Il ministero dell’Ambiente non vuole parlare di emergenza. Quella delle montagne di rifiuti abbandonati sotto il sole sui marciapiedi della Capitale è stata declassata al rango di “criticità ambientale” dal capo dello stesso dicastero, Sergio Costa.
Fatto sta, che le cataste di pattume maleodorante che appestano quasi tutti i quartieri di Roma, ormai hanno esasperato i romani al punto tale da spingere qualcuno a protestare direttamente all’interno della sede della municipalizzata dei rifiuti. Ieri sono volate parolacce e insulti contro il personale dell’Ama, che, dal canto suo, si trova tra l’incudine e il martello. I lavori di manutenzione nei due Tmb di Malagrotta, che andranno avanti fino a settembre, hanno azzoppato un sistema di smaltimento di per sé già fragile, dopo l’incendio dello scorso dicembre nell’impianto di via Salaria. A complicare il quadro c’è la scadenza dell'accordo con la regione Abruzzo per trasportare fuori da Roma una parte dei rifiuti indifferenziati.
Il piano per uscire dall’impasse è stato formalizzato dopo l’incontro di ieri tra Costa e Virginia Raggi. A fare il primo passo, dopo le pressioni del ministero dell’Ambiente, è la Regione Lazio. Sul tavolo del governatore Nicola Zingaretti c’è un’ordinanza che obbliga tutti gli impianti di trattamento del territorio ad accogliere il surplus di immondizia che Roma non riesce a smaltire. Circa 600 tonnellate al giorno che restano fuori dal ciclo di smaltimento delle strutture della Capitale e imbrattano le strade. Gli impianti Tmb di Latina, Viterbo e Frosinone, avrebbero già dato l’ok per accogliere la spazzatura in arrivo da Roma. Toccherà ad Ama, però, ammonisce la Regione, ripulire e ripristinare “le condizioni di igiene e di decoro urbano”, in linea con il piano proposto da Costa.
L’appello all’unità del ministro per uscire dalla crisi, quindi, sembra essere stato accolto. Ma mentre si aspettano i risultati della road map per disinfettare le vie della Capitale, si moltiplicano gli allarmi degli esperti. Di “rischi concreti per la salute” hanno parlato l’Ordine dei Medici di Roma e la Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg). Tra gli animali attirati dalla sporcizia, il caldo e i roghi dei cassonetti, la situazione è divenuta insostenibile. La differenziata in molti quartieri è ormai soltanto un ricordo e per buttare l’immondizia bisogna fare la gincana tra bottiglie rotte, cartoni e pattume di ogni tipo.
A farne le spese, secondo i medici, sono soprattutto anziani e bambini. Ad essere convinto che i “cumuli di spazzatura nelle strade possano diventare un pericolo per la salute” è anche Alberto Villani, presidente della Società italiana di pediatria (Sip), che in un’intervista all’Adnkronos consiglia alle mamme di “far camminare i piccoli lontani dai rifiuti”. “Gli odori molto forti che arrivano dai cassonetti sono spia del fatto che i batteri sono al lavoro”, ha spiegato il pediatra, mentre dati allarmanti arrivano anche dal vice segretario nazionale della Fimmg, Pierluigi Bartoletti, che, sentito dalla stessa agenzia di stampa, riferisce di un aumento del 30% degli accessi negli studi medici da parte di pazienti con più di 65 anni afflitti dall’afa e dall’odore nauseabondo che fuoriesce dai cassonetti.
“La situazione è imbarazzante e va risolta”, chiosa il
medico, che oltre a consigliare di usare i guanti per buttare l’immondizia, suggerisce al Campidoglio di dare “lezioni di basket” ai cittadini “visto che in alcune aree è impossibile anche solo raggiungere il cassonetto”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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