Roma mostra un dato impressionante che riguarda purtroppo la povertà di chi abita nella Capitale d’Italia. All’11 dicembre è stato calcolato che in città vivono 18.324 persone che hanno richiesto assistenza alla sala operativa sociale del Comune. Questo dato è stato pubblicato per la prima volta dal Campidoglio lo scorso 17 ottobre su un portale dedicato, e si trova in modo dettagliato all’interno di un censimento che prende in considerazione l'andamento degli ultimi 5 anni. Come riportato da Roma Today si tratta di una vera e propria ‘mappa della povertà’.
La situazione a Roma
A Roma sono tanti, tantissimi, coloro che non hanno una fissa dimora o vivono in luoghi occupati, madri che sono scappate con i propri figli da compagni violenti o persone con realtà familiari difficili emarginate anche dai parenti, disoccupati o migranti. Alessandro Radicchi del polo sociale di accoglienza Binario 95 a Termini, ha spiegato che queste persone hanno un nome e un cognome che si nasconde dietro i numeri, che per la prima volta sono però reali. Radicchi ha reso noto che "in cinque anni sono state assistite 82.034 persone ed è un conteggio puntuale, non una stima. Per questo ritengo che la pubblicazione di questo censimento sia da considerare un atto di coraggio".
Nelle prime tre settimane di dicembre a Roma sono morte già tre persone senza fissa dimora: un romano alla Garbatella che dormiva nella sua vecchia vettura, un cittadino guineano a Termini e una donna in una casa cantoniera fatiscente a Piana del Sole. Il freddo è una delle cause, ma Radicchi ha tenuto a precisare: "Il freddo uccide, sì, ma le persone non muoiono esclusivamente per questo. Muoiono di solitudine, di malattie certamente legate al freddo, di alcolismo e spesso perché vengono aggredite. Quando arriva la notizia di un decesso, molte volte noi già sappiamo che ci sono state delle violenze precedenti". Chi non ha un tetto sulla testa dorme e vive dove riesce, a volte anche in posti che non sono sicuri o che sono sporchi.
La mancanza di bagni pubblici
"In questa città non ci sono bagni pubblici, se si deve utilizzare un gabinetto bisogna pagare il caffè al bar, non ci sono molte alternative. Ecco io vorrei che si iniziasse anche da questo: aprire bagni pubblici a Roma. Tra i servizi che offriamo a Binario 95 c'è anche quello della doccia, sembra una stupidaggine ma provi lei ad andare a chiedere un lavoro se è sporco e puzza. È una questione di dignità" ha aggiunto Radicchi che ha anche tenuto a ricordare che spesso queste persone vengono identificate come appartenenti a un altro mondo, lontano dal nostro. E invece sono esattamente uguali a noi, con una vita più difficile della nostra.
Il picco è stato registrato nel 2018 con 23.697 assistiti. Il 21% di coloro che hanno ricevuto servizi da parte delle associazioni di volontariato è rappresentato da donne. Nella percentuale c’è anche chi ha avuto ospitalità nelle case rifugio. Nel primo semestre del 2021 sono stati 2.313 i contatti in 8 centri antiviolenza (anche se questi non vengono censiti dall'Osservatorio), 2 case rifugio e 3 alloggi per la semiautonomia. Sono stati 856 i percorsi di uscita avviati e 1368 le donne seguite già dagli anni prima. Lo scorso 25 novembre in consiglio comunale è stata approvata una mozione che impegna la giunta ad aprire nuovi alloggi nei prossimi anni. Previsto anche l’ampliamento di Casa Sabotino, il centro di accoglienza di Prati gestito da Binario 95 che proprio oggi, giovedì 23 dicembre, inaugurerà una nuova ala della struttura portando al numero di 18 i posti letto dedicati a donne e persone transessuali. L’assistenza al momento è h15 ma da gennaio diventerà h24.
La promessa del sindaco
I lavori di ristrutturazione sono costati circa 100mila euro e sono stati resi possibili grazie anche e soprattutto grazie a finanziatori privati. Chi opera nel terzo settore spera che nei prossimi cinque anni vengano raddoppiati i posti a disposizione per l'accoglienza. Oggi ce ne sono 2.372, dei quali 880 per senza fissa dimora, e i restanti per i migranti.
Il sindaco neoeletto Roberto Gualtieri si è lanciato in un’altra promessa, dopo quella fatta ai romani di ripulire la città entro Natale: "Ho detto a Gualtieri che ce ne vorrebbero 500 l'anno per i prossimi cinque anni e lui ha risposto che si può fare. Speriamo" ha fatto sapere Radicchi.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
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