Ecco perché il M5S non vuole il termovalorizzatore

Per l’assessore alla Transizione ecologica della Regione Lazio significherebbe "non incentivare la raccolta differenziata"

Ecco perché il M5S non vuole il termovalorizzatore

Il Movimento 5 stelle proprio non vuole il termovalorizzatore annunciato dal sindaco capitolino Roberto Gualtieri. A spiegarne il motivo è la grillina Roberta Lombardi, assessore alla Transizione ecologica della Regione Lazio. E lo fa con una critica diretta al primo cittadino romano sulla sua pagina Facebook:"No monnezza, no party! Ecco la dura legge dell'inceneritore, che, inevitabilmente, spingerà il sistema di gestione dei rifiuti a disincentivare la raccolta differenziata". Ambientalista convinta, aveva fin da subito tuonato contro il termovalorizzatore promesso da Gualtieri la scorsa settimana. Il quesito che pone al sindaco riguarda il perché realizzarlo da 600mila tonnellate di rifiuti indifferenziati, dal momento che si dovrà comunque raggiungere il 65% di raccolta differenziata.

Perché il termovalorizzatore non piace ai grillini

La Lombardi nel suo post ha prima precisato che il piano economico finanziario di un inceneritore si regge sulla tariffa di conferimento, ovvero sulla tassa rifiuti, la Tari, che i cittadini romani sborsano. Ha poi ragionato sul fatto che“la quota di rifiuti indifferenziati, che dovrebbe essere smaltita e bruciata con l'inceneritore, è quindi il "combustibile" stesso che, letteralmente, alimenta un impianto del genere sia da un punto di vista produttivo che economico. In poche parole, l'inceneritore se non ha abbastanza rifiuti da bruciare, non può funzionare, non conviene ed è pertanto inutile". La Lombardi ha quindi sottolineato che, se l'obiettivo Ue del 65% di raccolta differenziata è da raggiungere entro il 2030, partendo dall’attuale 43%, non è attuabile senza creare un buco finanziario nella gestione dell'impianto, o addirittura un divario nella filiera produttiva. In poche parole, secondo l’assessore un termovalorizzatore del genere sarebbe in contraddizione con il potenziamento della raccolta differenziata.

Maggioranza pronta a spaccarsi in Regione

Il termovalorizzatore potrebbe andare a incrinare non poco i rapporti in Regione Lazio tra Partito democratico e Cinque Stelle. Proprio il sindaco Gualtieri potrebbe rompere l’idillio tra dem e grillini. Come già detto, il termovalorizzatore non è nel piano rifiuti, e per questo motivo il primo cittadino di Roma starebbe pensando di farsi conferire una delega straordinaria dal governo Draghi, magari all'interno della gestione del Giubileo, di cui lo stesso Gualtieri è tra l’altro commissario. Sembra che Zingaretti non voglia prendere le parti di nessuno, per non andare a creare problemi nella sua maggioranza.

Sulla barricata contro l’impianto i grillini potrebbero trovare l’appoggio di Fratelli d'Italia, anche loro contrari, per ragioni legate più che altro alle sue caratteristiche vere e proprie. Andrea De Priamo, consigliere capitolino di Fratelli d'Italia e presidente della commissione Trasparenza, ha infatti sottolineato che "l'annuncio di un nuovo termovalorizzatore con una portata di ben 800.000 tonnellate va, in maniera evidente, contro tutte le direttive in tema di economia circolare che prevedono il recupero energetico come extrema ratio solo e unicamente per le frazioni che non si riescono a riciclare".

Anche De Priamo ha ribadito che realizzare un impianto con quella capacità energetica vuol dire abbandonare ogni sforzo per lavorare sul riciclo dei rifiuti e sulla impiantistica su scala industriale per lo stesso e ha infine chiesto: “Su quali basi e per quali motivi Gualtieri ha parlato di un impianto di quelle dimensioni? Il piano nazionale prevede che gli eventuali impianti di recupero energetico devono essere previsti in base ad una analisi dei flussi".

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