"Stop alle udienze, mancano giudici". Caos al Tribunale di Roma

La circolare del presidente delle Corti ferma i lavori per sei mesi, così da dare modo ai magistrati di concludere le pratiche già accumulate. Scoppia la protesta degli avvocati

"Stop alle udienze, mancano giudici". Caos al Tribunale di Roma

Scoppia il caos nel tribunale di Roma, dove il presidente delle Corti Roberto Reali si è visto costretto a firmare una circolare per imporre un blocco dei lavori della durata di sei mesi. La ragione? Al palazzo di giustizia della Capitale mancano i giudici.

Lo stop del presidente Reali è stato necessario: prima di andare avanti bisogna che vengano smaltiti i fascicoli rimasti in arretrato. Ma le polemiche non sono mancate, specie da parte degli avvocati. Secondo la circolare diramata da Reali lo scorso 14 agosto, dal prossimo 15 ottobre fino al 15 aprile 2023 sarà vietato trasmettere ai tribunali collegiali i procedimenti provenienti dal gup. I magistrati attualmente a lavoro devono prima provvedere ai fascicoli già in atto.

Gli avvocati, come abbiamo detto, sono però sul piede di guerra. Il presidente dell'Ordine degli avvocati di Roma, Antonino Galletti, ha parlato di provvedimento "non annunciato e tantomeno condiviso con l'avvocatura istituzionale e associata". Galletti spiega infatti che gli avvocati sono venuti a conoscenza della disposizione soltanto grazie alle notizie riportate dalla stampa. E già si parla di ricorso. "La situazione e i deficit di organico sono drammatici e i nostri frequenti interventi sul tema lo confermano", ammette Galletti, come riportato da Libero, "ma una paralisi totale per ben sei mesi rischia di compromettere la credibilità del sistema proprio sui processi relativi ai reati più gravi".

Necessario trovare soluzioni al più presto, e l'appello è rivolto in particolar modo alla politica e al futuro governo.

Pesante anche la replica dell'avvocato Vincenzo Comi, presidente dei penalisti romani."Il provvedimento del presidente del tribunale di Roma è inaccettabile per metodo e contenuto", ha tuonato Comi in nota ufficiale. "Non si comprende quale possa essere la ragione che ha spinto Reali a non indirizzare il suo provvedimento all'avvocatura associata e nemmeno alla sua rappresentanza istituzionale e, ancor prima, per quale ragione, nel mentre non lesina ad invitarci ai tavoli per progettare protocolli su tematiche le più disparate, non abbia avvertito l'esigenza di confrontarsi con noi prima di adottare un provvedimento di tale enormità".

Oltre a non poter accettare una simile decisione arrivata dall'alto, senza neppure un confronto, gli avvocati temono le conseguenze. Cosa dire nei prossimi mesi ai cittadini? Ci sono persone innocenti che in questo momento stanno aspettando di chiudere processi che li vedono imputati, o soggetti offesi che attendono giustizia nei propri confronti. Gli esempi sono davvero molti.

Vincenzo Comi trova inaccettabile che "i diritti dei cittadini non sono sacrificabili sull'altare delle statistiche e dell'efficienza della giustizia".

Che fare, dunque, se il foro di Roma non ha sufficienti giudici per celebrare i processi? C'è chi guarda agli uffici del ministero della Giustizia, dove di magistrati ce ne sono a decine.

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