Il Mibac stoppa il progetto del McDonald's alle Terme di Caracalla

Il Mibac, attraverso il suo ufficio stampa, ha annunciato l'annullamento della procedura per la costruzione di un McDonald's all’interno dell’area archeologica delle Terme di Caracalla

Turisti davanti alle Terme di Caracalla a Roma
Turisti davanti alle Terme di Caracalla a Roma

Il Ministero per i Beni Culturali , attraverso il suo ufficio stampa, ha annunciato l'annullamento della procedura per la costruzione di un McDonald's all’interno dell’area archeologica delle Terme di Caracalla.

La decisione, secondo quanto apprende l'AdnKronos, è stata preceduta da una serie di contatti telefonici tra il Comune di Roma e il Mibac che hanno condiviso la necessità di effettuare una valutazione politica del progetto, prima che burocratica o amministrativa. I due enti hanno manifestato le stesse preoccupazioni per il progetto che rischiava di impattare su un'area archeologica di grande importanza storica come quella delle Terme di Caracalla.

"Avanti con @_MiBAC per stop costruzione fast food nell'area archeologica delle Terme di Caracalla. Le meraviglie di Roma vanno tutelate", ha twittato la sindaca di Roma Virginia Raggi che si era opposto fin da subito alla realizzazione del fast food. Il primo cittadino della Capitale in questi giorni ha inviato una lettera alle strutture competenti per ricevere “tutta la documentazione tecnica e amministrativa” su tale progetto e un'altra alle Soprintendenze statali per chiarimenti su eventuali vincoli archeologici o paesaggistici.“Al di là degli aspetti burocratici - avrebbe confidato ai suoi collaboratori la sindaca - bisogna valutare tutte le possibilità, nel rispetto della legge, per fermare l’iter del progetto”.

Una decisione, quella del Mibac, che è stata salutata favorevolmente anche dal deputato renziano del Pd, Michele Anzaldi, che chiede di mettere a disposizione del Parlamento il documento con cui il Mibac ha stoppato i lavori "anche alla luce del fatto che abbiamo presentato da giorni col collega Nobili un’apposita interrogazione al ministro Bonisoli, rimasta finora senza risposta”. “Se non fosse arrivata la stampa - prosegue Anzaldi riferendosi a un articolo del Fatto Quotidiano - a denunciare la vergogna di un fast food nel pieno di un’area verde ed archeologica, né il Comune, né il Ministero, entrambi a guida M5s, avrebbero fatto nulla, anzi fino ad oggi avevano dato tutti i via libera”.

608px;">A rivendicare il merito per lo stop del progetto è anche Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di Fdi che in una nota ha ringraziato il ministro Bonisoli per la tempestività ma anche chiesto di "vincolare tutto il centro storico di Roma, come rafforzativo rispetto alle indicazioni del Piano Regolatore e alle sue sempre possibili modifiche, visto che lo stesso è integralmente tutelato dall'Unesco, riservando i vincoli puntuali su singoli edifici e aree per tutto quanto si trovi al di fuori del suo perimetro".

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