Matteo Sampalmieri, 37 anni, è accusato di aver effettuato operazioni chirurgiche, senza aver conseguito la laurea specialistica, al posto del padre Gregorio, primario e direttore della Uoc di Urologia dell'ospedale San Filippo Neri, adesso deceduto. Il medico specializzando avrebbe eseguito almeno 51 operazioni chirurgiche, senza poterlo fare, tra il 2017 e il 2018 nel reparto di urologia dell'ospedale di Roma San Filippo Neri. Adesso l’uomo dovrà affrontare un processo in quanto accusato di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. A denunciare il fatto è stato l'ex direttore della Asl Roma 1 che ha portato l'uomo in tribunale.
Operava anche da solo, senza laurea
Come si legge negli atti viene sottolineata "la presenza attiva quale operante ( non autorizzata) in sala operatoria di Matteo Sampalmieri". I carabinieri del Nas sospettano che padre e figlio, come recita il capo d’imputazione, “attestavano falsamente e omettevano di specificare nelle cartelle cliniche degli interventi che gli stessi erano effettuati non da Gregorio Sampalmieri ma dal figlio Matteo Sampalmieri, privo delle necessarie autorizzazioni e abilitazioni, senza la presenza di un tutor ovvero di chirurgo anziano responsabile". A questo proposito, l’accusa ha portato anche le testimonianze di alcuni operatori sanitari della struttura ospedaliera che hanno confermato come in sala operatoria vi fosse solo il 37enne, e non il medico di turno che avrebbe dovuto controllare il lavoro dello specializzando.
Altro fatto gravissimo, secondo il pubblico ministero Mario Pesci, sulle cartelle cliniche dei pazienti che sono stati sottoposti a operazione chirurgica sarebbe stato riportato solo il cognome del medico che ha eseguito l'intervento e non il nome. Con questo trucchetto era facile confondere il padre con il figlio. Almeno 51 le operazioni eseguite dal Sampalmieri senza avere conseguito la laurea specialistica. Come riportato da Repubblica, secondo gli investigatori nel 2017 l'indagato avrebbe partecipato a 29 operazioni chirurgiche, delle quali 25 come operatore unico e 4 come primo operatore. L’anno seguente avrebbe invece preso parte a 22 interventi, dei quali 13 come operatore unico, 5 come primo operatore e 4 come secondo operatore.
Compariva solo il cognome del chirurgo
Però, come sostiene la procura, nelle cartelle cliniche si legge “solo il cognome Sampalmieri pur in presenza di un timbro riconducibile a Gregorio Sampalmieri". Ogni attività formativa assistenziale dei medici in formazione specialistica si deve svolgere sotto la guida di tutori. Il medico ha respinto tutte le accuse a lui rivolte.
Quando andrà a processo, il 37enne potrà difendersi e spiegare cosa è successo. L’ospedale San Filippo Neri si trova al centro dell'inchiesta riguardante le operazioni chirurgiche effettuate dal medico specializzando che non aveva ancora conseguito i titoli per poter operare.Segui già la pagina di Roma de ilGiornale.it?
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