Chiudete gli occhi e immaginate d’essere dei turisti. Siete a Roma, la città più bella del mondo. Vi trovate esattamente vicino alla terrazza del Pincio, uno dei posti più suggestivi della Capitale. Di fronte avete piazza del Popolo e in lontananza il Cupolone, mentre alle vostre spalle intravedete Villa Borghese. Bello, vero? Sì, ma attenzione, basta un attimo che il sogno si trasformi in un incubo.
Il degrado del Pincio: gli accampamenti abusivi in centro
Guai ad abbassare lo sguardo perché nella città amministrata da Virginia Raggi il degrado è sempre in agguato e non risparmia nemmeno gli scorci più belli del centro. Se le periferie pullulano di accampamenti abusivi, quelli dei rom sfrattati dal Camping River o dei rifugiati sudanesi di via Scorticabove, il Pincio ospita una piccola ma significativa colonia di clochard. Al bivio tra viale Gabriele D' Annunzio e viale Adamo Mickievicz, si intravede un'oasi semi-nascosta da ruderi e vegetazione dove, tra fontane abbandonate e verde incolto, sorge l’ennesimo accampamento abusivo. Ci imbattiamo in tende, coperte, scorte d’acqua e biancheria intima stesa al sole. Tra cespugli, arbusti e coni di bottiglia di birra ridotti in frantumi e disseminati in tutta l’area, il rischio di farsi male è altissimo.
Superati questi ostacoli, ci si ritrova davanti a una vera e propria discarica a cielo aperto. Una parte della favela, infatti, è stata trasformata dagli occupanti in latrina. L'odore nauseabondo cozza con l'eleganza neoclassica della facciata della vicina casina Valadier. Vicino al noleggio dei risciò e degli hoverboard incontriamo Reda, un egiziano con cittadinanza italiana che lavora al Pincio da un anno. Ci spiega che, per lui, è impossibile incontrare i clochard che abitano in quell’anfratto del belvedere più suggestivo di Roma. “Sapevo che un anno fa ci abitava una persona ma se n’è andata dopo pochi mesi. Ora gli occupanti tornano solo di notte per dormire e noi non li vediamo mai perché andiamo via verso le 18.30”, aggiunge . Quel che stupisce Reda e i suoi colleghi è lo stato di degrado e abbandono del posto. “Vivono qui come se fossero a casa loro quindi è normale che la mattina usino quel luogo per fare i propri bisogni. Hanno messo dei bagni pubblici ma l’entrata costa un euro e loro non hanno soldi perciò…”, commenta amareggiato.
Ecco cosa ne pensano i turisti
Lo sconcerto tocca anche i tanti turisti che passano lungo viale Adamo Mickievicz per entrare a Villa Borghese. “Noi veniamo da Napoli e Roma è sicuramente un po’ meglio ma certe scene non si possono vedere. Anche in via del Corso, davanti alla Chiesa di San Carlo Borromeo abbiamo visto un clochard dormire buttato sul marciapiede e non è accettabile”, ci dice una coppia originaria di Piacenza, augurandosi che qualcuno si sbrighi a "dare una ripulita". “Sad, very sad” si limita a dire una turista americana di Houston e il marito le fa da eco: “È molto triste che le persone che non hanno una casa debbano vivere in questo modo”. “Ma – aggiunge - in tutte le città del mondo purtroppo ci sono queste situazioni”. Più dura contro il nostro Paese una donna che arriva da un paesino vicino a Goteborg, in Svezia. Rimane stupita e indignata davanti alla scoperta di questa ennesima favela nascosta della Capitale: “È una vergogna che l’Italia non trovi un posto dove i loro cittadini possano vivere e lasci che i poveri si debbano arrangiarsi in questo modo per dormire”.
Per un signore della provincia di Gela, è una situazione che "lascia perplessi". La Polizia Locale ha promesso un intervento a stretto giro per ripristinare il decoro. E intanto il sole tramonta tra cupole e le baracche.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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