"Sono stati i venti minuti più lunghi della mia vita". Moira Masi, 37 anni, coordinatrice di Fratelli d'Italia a Grottaferrata è ancora sotto choc. "Non ho chiuso occhio ieri notte, ho paura che possa accadere di nuovo", ci confessa. Moira ha una ditta di costruzioni e giovedì scorso stava viaggiando in zona Torrino-Mezzocammino, a sud della Capitale. È a bordo del suo furgone assieme ad un operaio. Verso le 15 imbocca via Armando Brasini per immettersi sulla Cristoforo Colombo, non sa cosa la attende dietro al tornante.
La macchina che la precede frena improvvisamente. Moira decelera di conseguenza, non si è ancora resa conto del pericolo. "Ho visto uno straniero in mezzo alla strada che si chinava a raccogliere dei mattoni", ricorda. "Credevo lo stesse facendo per liberare la carreggiata, e invece è iniziata la sassaiola". Il migrante si mette in mezzo alla strada, sbarrando il passo alle auto. Le mette sotto tiro e le colpisce. I malcapitati non sanno che fare, c'è chi rimane pietrificato e chi azzarda una pericolosa marcia indietro o prova a scartare il balordo. Moira è ferma, aggrappata al volante. L'operaio che le è accanto, invece, riprende quello che sta accadendo. "Italiani di merda, vi ammazzo", strilla lo straniero mentre si accanisce su un'utilitaria grigia.
"Nessuno di noi sapeva che fare, eravamo in balia di quel balordo e della sua furia", ricorda l'imprenditrice che ha subito chiamato le forze dell'ordine. Lo straniero è incontenibile: colpisce le auto a distanza ravvicinata con tutta la forza che ha in corpo. È una mattanza di cofani ammaccati e finestrini infranti. Arriva anche il turno di Moira, il suo furgone viene preso sulla fiancata. "Ricordo il botto e le urla di quell'uomo inferocito, continuava a dire che ci avrebbe ammazzati", spiega la donna. A quel punto c'è un colpo di scena. "Si è scaricato, come un giocattolo a pile, e si è seduto sul marciapiede". Moira non ci pensa due volte, pigia sull'acceleratore e si libera da quell'imbuto infernale. È la fine di un incubo.
E la polizia? "Non so se è arrivata, certo è che in quei venti minuti sarebbe potuta succedere una tragedia", ragiona la donna. "La prima cosa che ho fatto ritornando a casa è stata abbracciare mio figlio", continua. Moira si consola pensando che se l'è cavata con un centinaio di euro di danni alla carrozzeria. La rabbia però è tanta.
"Chi pagherà per quello che è accaduto? Chi mi risarcirà del danno alla fiancata e dello spavento? Sono domande che mi piacerebbe rivolgere al ministro Bellanova", dice polemica. "Io vado a lavorare ogni mattina, ho tenuto duro nonostante il Covid, non ho ricevuto nessun aiuto dallo Stato, non chiedo chissà cosa, solo che il tragitto da casa al lavoro non si trasformi in una roulette russa".
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.