Spin Time Labs, ora la procura indaga sul rave abusivo di Capodanno

La procura della Capitale indaga per "manifestazione non autorizzata" sulla festa che si è svolta a Capodanno nel palazzo occupato salvato dall'uomo del Papa

Spin Time Labs, ora la procura indaga sul rave abusivo di Capodanno

Il rave party di Capodanno allo Spin Time Labs è finito nel mirino della procura della Capitale. Dopo la festa abusiva per dire addio al 2019, organizzata nell'immobile occupato in via Santa Croce in Gerusalemme a Roma, è infatti stato aperto un fascicolo.

La procura della Capitale sta indagando per "manifestazione non autorizzata" sulla festa che si è svolta nella notte tra il 31 dicembre e il primo gennaio. La questura nei giorni scorsi aveva inviato un'informativa a piazzale Clodio. Da San Vitale era già partita una diffida il 31 dicembre scorso quando erano circolate notizie sull'evento in programma nello stabile occupato. Ma niente aveva potuto fermare la maxi festa abusiva e così il "Capodanno giovane, frocio, libero e ribelle" si era tenuto come da programma. "Anche oggi abbiamo ricevuto l'ennesima diffida da parte delle istituzioni alla realizzazione di un evento culturale, solidale e condiviso che unisce gli abitanti di Spin Time, il quartiere e la città. Ed è proprio da questa diffida che NOI chiediamo l'aiuto di tutt* invitandovi a partecipare questa sera", avevano commentato su Facebook gli organizzatori. Quasi 5mila persone si erano quindi trovate nell'immobile occupato per salutare il nuovo anno. Il Messaggero ha poi parlato di un giro di affari di almeno 80mila euro, tra ingressi e consumazioni in nero. Una cifra contestata dallo Spin Time: "L'incasso è stato inferiore ai 33.000 euro di cui 22.000 in spese", hanno precisato spiegando anche che non c'è stata alcuna rissa, niente droga e chi è rimasto fuori sarà rimborsato.

Insomma, una festa "in regola" secondo le parole degli organizzatori che hanno però festeggiato il Capodanno in un palazzo occupato abusivamente da anni. Nell'immobile abitano circa 450 persone, tra cui diversi minorenni. Nel corso degli anni, gli occupanti hanno accumulato un debito di circa 300 mila euro che aveva spinto la società che eroga l'energia a mettere i sigilli al contatore e staccare la corrente. Così era intervenuto il cardinale Konrad Krajewski. L'elemosiniere del Papa, lo scorso maggio, era entrato nel palazzo per togliere i sigilli e riattivare la luce, rendendo così possibile l'occupazione. Poi il "congresso" delle sardine che hanno trovato ospitalità nell'immobile lo scorso dicembre. Dopo aver riempito piazza San Giovanni a Roma, i pesciolini si sono riuniti in via Santa Croce in Gerusalemme accolti dallo striscione "Viva le sardine, abbasso gli sgombri".

Così eventi e rave illegali hanno continuato a trovare spazio nel palazzo.

"Non sarà una polemica a fermarci", hanno scritto dallo Spin Time Labs su Facebook. Intanto però la procura di Roma ha aperto un fascicolo per manifestazione non autorizzata. E ora gli organizzatori ne dovranno rispondere.

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