Tiberis, la spiaggia della Raggi fa flop anche quest'anno

Tiberis, la spiaggia inaugurata in pompa magna la scorsa estate dall'amministrazione grillina, avrebbe dovuto riaprire anche quest'anno ma sul Lungotevere Marconi regna la desolazione e il Comune si è attivato in ritardo per pubblicare un bando sull'allestimento del lido

Tiberis, la spiaggia della Raggi fa flop anche quest'anno

La stagione balneare sul Lungotevere non decolla neppure quest’anno. L’estate è cominciata già da tempo, eppure all’ombra di Ponte Marconi regna la desolazione. Che ne è stato di Tiberis?

Spiaggia Raggi, uno spreco di soldi

Nonostante l’indagine aperta dalla Corte dei Conti e la contrarietà della Sovrintendenza del Mibac, a maggio, il Campidoglio aveva annunciato la riapertura della “spiaggia dei romani”. Ma l’installazione di stand, piscina e campo da beach volley è rimasta una vana promessa. La realtà è che la spiaggia di Virginia Raggi si è tradotta già dallo scorso anno in un costosissimo flop. “Abbiamo stimato una spesa complessiva di 240mila euro”, dice Giuseppe Maria Amendola, presidente dell’associazione Amici del Tevere e del consorzio Tiberina. “Dagli accessi agli atti abbiamo scoperto che il Comune di Roma ha fatto acquisti esterni per una cifra pari a 110mila euro a cui vanno aggiunte le spese relative al servizio giardini, la polizia municipale ecc…”. Insomma, “facendo un conto approssimativo, tutta l’operazione è costata circa 400 euro al giorno per ombrellone e due lettini. Con quella cifra portavi tutti in vacanza a Capalbio”. Ecco perché della questione si è interessata la Corte dei Conti, aprendo un’indagine per danno erariale. Ma non solo. Lo scorso ottobre, la Sovrintendenza ai Beni Culturali ha dichiarato abusiva la spiaggia e ha chiesto al Comune “il ripristino dello stato dei luoghi” in quanto, come rivelò il Messaggero, erano stati trascurati “gli argini novecenteschi” del Tevere.

Il bando ritardatario

Questo non è servito a scoraggiare il Campidoglio. Così, il 12 luglio scorso, sul sito del Comune è stato pubblicato un bando per “la presentazione delle proposte di sponsorizzazione per la valorizzazione delle attività di allestimento della manifestazione temporanea Tiberis 2019”. In sintesi, il Comune chiede agli eventuali sponsor un contributo massimo di 40mila euro per un evento che “avrà una durata massima di 90 giorni”. Il tutto senza che vi sia un concorso o una graduatoria. “La valutazione ed il giudizio di Roma Capitale sarà insindacabile al fine dell’ammissibilità e della realizzazione dei progetti”, si legge nell’avviso pubblico. “Avrebbe avuto senso muoversi a maggio, non ora che l’estate sta finendo, di questo passo lo stabilimento non sarà pronto prima del 2 novembre”, ironizza Amendola. Inutile provare a chiedere lumi perché Silvano Simoni, il dirigente dell’Ufficio Tevere che presenziò alla inaugurazione dello scorso anno, non ci ha mai risposto al telefono.

“Qui tornano i rom"

“Non ci mancherà affatto”, è il leitmotiv scandito dai residenti. “Gli operai – rivela un cameriere – hanno aperto una vasca ma non hanno mai ultimato i lavori”. “L’unica cosa carina era il campo da beach volley, per il resto è stata una delusione”, sentenzia un passante. Ma se, da un lato, il quartiere non ne sente la mancanza, dall’altro, c’è il timore che al posto di Tiberis possa tornare il degrado. Fino alla scorsa estate, infatti, l’area era ostaggio di una costellazione di baraccopoli e, se il cantiere non dovesse ripartire, “il rischio di una nuova occupazione è dietro l’angolo”, denuncia un residente sulla cinquantina. “Meglio una spiaggia desolata che un’area sporca e occupata dai rom”, rilancia un giovane.

Una posizione che non convince il presidente dell’associazione Amici del Tevere: “Se l’intento era quello di recuperare un’area occupata abusivamente, allora ci vorrebbe ben più di una finanziaria per riqualificare tutto il Tevere. Avremmo sicuramente molte liti con Bruxelles”.

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